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POTENZA – Un motore di ricerca che lavora sulle parole più che sui numeri, sulla lingua più che sugli algoritmi, sulla semantica più che sulla statistica, sulla qualità della ricerca più che sulla frequenza delle citazioni dell’oggetto cercato. E restringe la ricerca – definita pertinente – solo a un risultato: il migliore. È un approccio in un certo senso “umanistico” quello di Gianpiero Lotito, potentino di nascita ma da quarant’anni pavese di adozione che ha fondato Facility Live nel 2010 con Mariuccia Teroni. Oggi ha 30 soci e dà lavoro a più di 50 persone assunte a tempo indeterminato, ha finora raccolto finanziamenti per 12 milioni da privati (ma non dalle banche) e registrato 43 brevetti tra Europa, Asia e Stati Uniti, nell’ultimo anno ha fatturato più di 300mila euro e pensa alla quotazione in Borsa a Londra. Per ora viene usato come motore interno da aziende come Vodafone, Unicredit e Arriva.it, il portale dell’azienda di trasporti pubblici tedesca. Facility Live è «l’anti-Google in salsa italiana», ha scritto il Corriere della Sera, dalle cui colonne Lotito ha lanciato un appello ai giovani: «Il cammino sulla strada dell’innovazione è molto lungo, e prima della narrazione è meglio costruire solidità. I soldi si trovano sui fatti». E i numeri, cioè i fatti, in Basilicata parlano di 20 startup innovative censite al 9 marzo 2015 (dati Infocamere). L’esempio di Gianpiero è lì a fare da guida.
Nel 2008 il progetto inizia a girare il mondo. «Con il nostro prototipo di Facility in un pc – racconta Lotito – io feci 6 incontri per verificare se la nostra idea poteva avere un futuro o no. Organizzammo, con una grande azienda di consulenza, gli incontri, uno a Londra in MySpace (allora ancora il primo social network al mondo) e 5 in Silicon Valley, negli headquarter di 5 major. Il primo incontro si svolse in MySpace a Londra, alla vigilia della mia partenza da lì per San Francisco. L’incontro andò bene, facemmo vedere una simulazione di come Facility avrebbe potuto essere usato come motore di ricerca interno per il social. Il giorno dopo io partii. Dopo tre giorni arrivò una mail, che io conservo ancora e che ci proponeva di rivederci per valutare insieme la possibilità “di mettere insieme i nostri servizi” che voleva dire poter diventare il loro motore di ricerca. Per noi fu quasi uno shock, non ci aspettavamo una reazione così e dopo soli tre giorni. Io però ero già a San Francisco. Lì le cose andarono ancora meglio, e nei restanti 5 incontri avemmo altre 4 proposte di follow up, cioè di prosecuzione dei ragionamenti che avrebbero potuto portare a collaborazioni o a un’acquisizione, processo però lungo. L’esito degli incontri fu così inaspettato (positivamente) che al ritorno in Italia decidemmo non solo di proseguire il progetto Facility, ma di svilupparlo senza tornare in Silicon Valley fino a quando non fosse diventato una tecnologia vera e non solo un prototipo. Avevamo capito di aver costruito qualcosa di importante. Non ci furono offerte di denaro, ma quegli incontri ci diedero la consapevolezza che avremmo potuto costruire una grande avventura. Decidemmo di non dare seguito a quelle offerte di prosecuzione degli incontri, ma non ci fu nemmeno il tempo di avere un’offerta in denaro. Che quindi non fu mai rifiutata».
Due anni fa la svolta. «Nel 2013, anni dopo, decidemmo di lasciare definitivamente l’avventura in Italia, di farla diventare un modello per altre startup e di provare l’avventura europea e londinese al London Stock Exchange, abbandonando così anche l’idea di tornare in Silicon Valley, dove cercheremo di tornare a questo punto da azienda affermata».
A meno di 5 anni dalla nascita, il gioiellino di Lotito e Teroni è valutato 35 milioni e pronto a un aumento di capitale di altri 9. Nel frattempo, ciò che forse conta più dell’aspetto finanziario o comunque ha ricadute anche su quel terreno, è arrivato il riconoscimento negli States che il brevetto italiano è competitivo e anzi migliorativo rispetto a Google. «In futuro il sistema verrà reso disponibile
a una base di utenti sempre più ampia, perché la piattaforma è ancora al 10 per cento del suo potenziale. Ci aspettano almeno altri 20 anni di sviluppo», ha spiegato Lotito ad Alessio Jacona nel numero che l’Espresso, lo scorso febbraio, ha dedicato alle startup che “riaccenderanno l’Italia” scegliendo la sua storia come esemplare.
Lotito smonta la mistica dello startupper giovane e nerd. Un amore infinito per la chitarra battente e una passione per la musica e il canto condivisa col fratello Maurizio, è un imprenditore-divulgatore, un maker che si divide tra festival, tv (l’ultima apparizione qualche giorno fa in un’intervista per il Tg2), giornali e convegni sui due aspetti della Rete: dalle possibilità di sviluppo fornite dal digitale alle dipendenze da web tra i giovani.
E poi al parlamento europeo: sei volte in totale, l’ultima a febbraio. La sua bacheca facebook è un diario aggiornato di quella che sembra essere una missione: «Negli ultimi 11 mesi, sono stato invitato al Parlamento Europeo, sia a Bruxelles che a Strasburgo, per raccontare la nostra visione tecnologica, delle startup e dell’Europa tecnologica che verrà. Emozionante ogni volta, e un onore grandissimo. Questa sera sono speaker in una cena dello European Internet Forum (Foundation fino al 2014) al Parlamento a Bruxelles. Tema “Big Data”. Ospiti, come si vede dal link: un direttore di Commissione, un docente dell’Università Politecnica di Madrid, il CPO di Telefonica e il sottoscritto per la piccola italiana, italianissima FacilityLive. In sala Europarlamentari, influencer, aziende ed esperti di tecnologia. Dobbiamo credere fortemente di avere in questo paese le competenze per essere in primissima fila a livello tecnologico nel mondo, senza complessi di inferiorità. L’umiltà sì, sempre, ma pensando di poter essere sempre in prima fila. Scusate le ovvietà, ma a volte sono meno ovvie di quel che sembra… E poi infondere coraggio ai ragazzi più giovani di noi è diventato un dovere…».
L’amico Leonardo Pisani, proprio sul social network, tracciandone un profilo entusiasta ricorda un passaggio nella sua città d’origine: «Un creativo ma con tanto senso pratico, un pragmatico ma con tanta creatività. Mi ricordo che mise su una rivista universitaria, gli organizzai anche un incontro a Potenza con alcuni studenti nella vecchia sede dell’arci di via Vaccaro. E’ stata l’unica volta che ci siamo incontrarti in Basilicata. Gianpiero è un innovatore; sempre curioso ed appassionato ha seguito i cambiamenti della tecnologia; ed in una società dove tutti sono esperti e campioni del digitale, il nostro corregionale e potentino Lotito oltre a essere docente universitario è uno che la tecnologia ed il digitale lo sa su serio ed a livello internazionale. Possiamo chiamarlo l’uomo dei brevetti». Un affetto che lui alla prima occasione ricambia: «E grazie ai miei amici che incoraggiano questo lungo e incredibile, per questa età, cammino…».
Uno dei suoi motti: «Questo Paese può fare grandi passi avanti se ci crede…». L’attività di divulgatore-motivatore è continua: ai primi di marzo Gianpiero era a Watify per ribadire che «si possono costruire imprese globali nell’Hi-tech anche partendo dall’Italia. Bisogna trasferire ai ragazzi più giovani questo coraggio e questa consapevolezza», un mese dopo eccolo a Medioera (festival di cultura digitale di Viterbo) per parlare di “Motori di ricerca e narrazione del mondo”. Chissà se prima o poi ripasserà da Potenza.
e.furia@luedi.it
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