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PIETRAGALLA – Stava passeggiando per strada. Una normale domenica sera. Poi all’improvviso l’aggressione, due schiaffi in volto, e le minacce di morte.
Il sindaco di Pietragalla, Nicola Sabina, il giorno dopo è amareggiato. Perchè «in una situazione sociale così esplosiva» sono loro, i primi cittadini, in prima linea. Dall’alto tagliano fondi e risorse, e loro sono lì a doverli affrontare direttamente i cittadini, i loro disagi e i loro problemi.
Così capita che al primo cittadino di Scanzano arrivi una testa di vitello, un avvertimento grave e pesante. A quello di Pisticci diano fuoco all’auto della moglie.
E ora, alla lista, si aggiunge anche il sindaco Sabina, minacciato di morte da un pregiudicato del luogo che, al momento in cui l’aggressione si è verificata, avrebbe dovuto essere a casa per una misura restrittiva cui è sottoposto.
Ancora non chiari i motivi dell’aggressione sia fisica che verbale. Il primo cittadino fa solo delle ipotesi.
L’aggressore, infatti, è tra i soggetti inseriti nel Copes, il programma regionale di “sostegno economico e di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale”. E’ proprio per questo che, un anno fa, il sindaco l’ha conosciuto. L’assegno regionale era considerato insufficiente e, l’estate scorsa, l’uomo aveva chiesto di aiuto. E gli uffici comuni, per quanto è nelle loro possibilità, sembra che gli abbiano dato la possibilità di integrare quel reddito, aggiungendo qualche ora in più.
Nel marzo scorso, però, l’uomo si era comunque incatenato sotto la sede del Municipio. Quindi, probabilmente, l’aggressione potrebbe essere figlia di questo disagio. Ma certo questa non può essere una giustificazione.
«Sono davvero amareggiato – commenta il sindaco – perchè davvero questo è diventato un compito ingrato. E’ dal mio insediamento, un anno fa, che ho sacrificato tutto al bene di questo Comune, lavorando a tutte le ore. Ma la verità è che noi sindaci in questo momento siamo dei parafulmini, la situazione sociale è esplosiva. Certo, non mi lascio intimidire e continuerò il mio lavoro».
La politica, a qualsiasi livello, viene ormai considerata nemica dai cittadini che, molto spesso, non riescono a distinguere i vari livelli di responsabilità. E i sindaci, quelli che ogni giorno puoi incontrare per strada, sul corso principale del tuo paese, diventano gli obiettivi più semplici da colpire.
Così, oltre al sottrarre tempo e attenzioni alle loro famiglie e al tempo libero, i primi cittadini si ritrovano poi al centro dell’odio sociale contro la politica in generale. Sabina parla di «solitudine del ruolo». E non ha torto. Perchè a dover prendere decisioni difficili e spesso poco piacevoli, i sindaci vengono lasciati soli. Ed è contro di loro che poi la rabbia esplode.
a.giacummo@luedi.it
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