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POTENZA – Matera ha in un certo senso battuto la strada e fatto da attrazione, dando peso e autorevolezza alla presenza della Regione Basilicata all’Expo: in cambio avrà un traino turistico che dall’evento milanese (al via tra una settimana) condurrà dritto al 2019. Ma guai a pensare che Milano sarà soltanto la vetrina della Capitale della cultura. O meglio, a sfogliare la brochure distribuita ieri mattina in sala Verrastro il dubbio un po’ veniva: accanto alla “sorella” più famosa, Potenza non era mai citata, a differenza di altri territori come Venosa, Metaponto, Melfi. E nelle slide il capoluogo è stato avvistato di sfuggita. Appena due volte, a proposito delle scuole coinvolte nel progetto di educazione ambientale e delle iniziative teatrali previste nella coda lucana dell’Expo, in programma da giugno a ottobre. A fine conferenza stampa, il dirigente generale del dipartimento Agricoltura, Giovanni Oliva, si sentirà quasi in dovere di ribadire un concetto 5 volte. «Non vorrei che quando parliamo di Expo e territori intendessimo Expo e Matera…». Da qui la decisione di individuare in un corno di podolica – una cornucopia da utilizzare come timbro ufficiale della Regione – un simbolo che unisca tutta la Basilicata: dal design ai materiali utilizzati (legno di castagno e cera) è orgogliosamente “local” e, come dire, non fa favoritismi. L’amuleto è firmato dall’artista Rocco Calandriello.
Protagonismi e campanili a parte, lo spirito della presenza meneghina (dall’8 al 23 maggio all’interno del Padiglione, poi in altri punti del capoluogo lombardo) è unitario e il governatore Marcello Pittella elogia «il lavoro in team tra dipartimenti. Sappiamo che non è una passerella ma un’opportunità, un investimento». Un’opportunità che costerà intorno ai 2 milioni (solo le due settimane nello spazio espositivo dedicato alle Regioni costano 700mila euro + Iva ciascuna) cui si aggiungerà un finanziamento del governo. Nello spazio da 207 metri quadri la Basilicata sarà affiancata dalla Toscana «ma non c’è niente di politico – scherza Pittella –… Renzi non c’entra».
La delegazione lucana porterà in dote un “tesoro” suddiviso in tre macro-aree (acqua, agroalimentare d’eccellenza e Matera2019) e 5 sub-programmi (Due settimane in Expo, Fuori Expo a Milano, Aqua2015, Scuole verso Expo e Da Expo ai territori).
Donato Pace mostra con orgoglio una Rivista illustrata d’epoca tutta dedicata alla presenza della Basilicata all’Expo del 1906. Oltre un secolo dopo, si ritorna forti del passato e con lo sguardo oltre.
Il capo di gabinetto Raffaele Rinaldi rivendica il ruolo di capofila della Basilicata, che ha superato l’«annus horribilis 2013» e mostrato competenze subito “incassate” nei Palazzi romani e milanesi che contano. «Frequentando quei palazzi ci siamo accorti che non eravamo né gli ultimi né i penultimi. Alla fine siamo stati coinvolti con grande protagonismo nel Palazzo Italia, l’Albero della Vita con le mostre sull’identità italiana divisa per regione. Sul tema dell’acqua abbiamo avuto un ruolo di coordinamento interregionale, su 8 Regioni più le Province autonome. Noi l’unica capofila del Mezzogiorno». È chiaro che la Basilicata ha fatto leva sul brand Matera2019 anche nella logistica. «Il rischio era di esporre tra fine agosto e inizio settembre, ma alla fine siamo riusciti a piazzarci nel mese di apertura. Lasceremo un forte segno di lucanità».

e.furia@luedi.it

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