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POTENZA – Da un anno e mezzo a questa parte l’Università avrebbe pagato per le pulizie «65mila euro al mese» più del dovuto. Poco meno di un milione, in totale. “Merito” della “convenzione d’oro” stipulata con la Consip: centrale d’acquisto del Ministero delle finanze pensata abbattere i costi delle pubbliche amministrazioni. Ma capace di produrre, in concreto, proprio l’effetto contrario.
E’ il paradosso evidenziato dall’avvocato Orazio Abbamonte, che a marzo assieme a Giuseppe Romano ha difeso la General Service srl di Potenza in Consiglio di Stato. Nei giorni scorsi i magistrati di Palazzo Spada hanno confermato la sentenza del Tar Basilicata, che dava ragione alla General Service contro i vertici dell’ateneo lucano. La vicenda è quella dell’appalto da 7milioni e 300mila euro in 5 anni per le pulizie e i servizi di giardinaggio dell’Unibas. Bandito nel 2012, poi sospeso con l’adesione alla convenzione Consip con la Romeo gestioni. Quindi riaperto su ordine del Tar, e sospeso di nuovo per il ricorso della Romeo gestioni dopo l’aggiudicazione alla General service.
Il risultato è che a oggi il servizio viene ancora gestito in subappalto dalla Logica servizi srl degli imprenditori potentini Auletta. E l’Università continua a pagare il 20% in più del prezzo di mercato, che finisce dritto nelle casse del colosso napoletano del “facility management”. Vincitore della gara Consip per il sud Italia.
Infatti già nel 2012 la stessa Logica servizi si era offerta di fare pressappoco lo stesso lavoro con quasi il 40% di ribasso sulla base d’asta. Come pure la General Service che però ha ottenuto un punteggio tecnico maggiore. Ma in seguito era stata esclusa dalla gara, e l’ateneo aveva fatto dietrofront. Chiudendo le buste in cassaforte e annullando la gara. Per ri-aderire alla convenzione Consip, che offriva solo il 18-19% di sconto. Nonostante i problemi lamentati sotto la loro gestione nei 4 anni precedenti.
Il Tar sarebbe intervenuto mesi più tardi, obbligando l’ateneo ad aprire le buste con le offerte della gara sospesa. Per vedere se davvero fossero più economiche della convenzione. Come poi si è verificato.
Peraltro non era nemmeno la prima volta che i giudici di via Rosica si occupavano di quell’appalto. Perché anche la gara precedente, datata 2008, era stata bloccata all’improvviso per le stesse identiche ragioni, solo che a parti invertite.
Infatti all’epoca a proporre il ricorso anti-Consip era stata proprio la Logica servizi. I giudici le avevano dato ragione e la Romeo gestioni aveva fatto appello. Ma a febbraio del 2013, quando la causa è arrivata a Palazzo Spada, la situazione era molto cambiata.
La Logica Servizi era appena entrata in Università, come desiderato. Però attraverso Consip, in qualità di subappaltatore della Romeo gestioni. Quindi in un impeto di generosità ha comunicato di non avere «più interesse al ricorso». Rinunciando persino alla possibilità chiedere i danni per l’affare sfumato per l’annullamento della gara precedente.
Certo, se i giudici avessero condannato l’amministrazione il conto sarebbe salato. Ma mai quanto è stato speso in più rispetto ai prezzi di mercato in un anno e mezzo di gestione Consip-Romeo-Logica servizi.
Ora però è il turno della General Service.
Quanto al “buco” c’è solo da augurarsi che a pagare non siano sempre gli studenti. Anche se forse l’hanno già fatto.
l.amato@luedi.it
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