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SONO 50 IN tutta la regione, hanno circa 600 dipendenti e sono «gli avamposti del territorio lucano».
Ne è convinto Antonio Flovilla, presidente Anisap (Associazione Regionale delle Istituzioni Sanitarie Ambulatoriali Private) Basilicata che ieri ha dato voce alla sanità privata accreditata all’incontro “rott…AMATI (dalla gente). Da oltre 40 anni al servizio della Basilicata” che si è svolto nella riunione dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Potenza. Non una scelta a caso anche questa della location.
Perché la sanità privata accreditata chiama a raccolta tutto il mondo sanitario, pubblico e privato: medici, infermieri, tecnici di laboratorio, cittadini.
Le scelte della Regione Basilicata, infatti, stanno compromettendo l’intero sistema sanitario regionale. Il quadro delineato ieri da Flovilla, Rocco Paternò, presidente Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Potenza ed Ermanno Calcatelli, presidente dell’Ordine nazionale biologi di Basilicata, è sconfortante.
Non solo perdita dei posti di lavoro – se ne stimano almeno 200 – ma anche chiusura di strutture e laboratori.
Le cause sarebbero varie. Da un lato la legge Balduzzi «che credevamo di aver scongiurato» dice Flovilla, riferendosi al passo indietro della Regione Basilicata già un anno e mezzo fa quando ritirò il decreto che rimodulava drasticamente il tariffario dei rimborsi regionali alla sanità privata accreditata.
La legge decurta del 40 per cento la diagnostica e l’attività ambulatoriale, con casi di specifiche prestazioni, però, che raggiungono anche il 69 per cento.
Analisi spesso indispensabili per malati oncologici – si pensi all’emoglobina – e che le strutture della sanità privata accreditata riescono a consegnare nell’arco di una giornata.
Questo perché l’accreditamento prevede che rispettino degli elevati standard di qualità che vanno dall’aggiornamento professionale a quello dei macchinari.
Investimenti economici enormi, che hanno dato i loro risultati in termini di attenzione al paziente, contribuendo tra l’altro in maniera sostanziale alla questione delle lunghe liste di attesa nella sanità pubblica, che eppure persistono nonostante l’esistenza di questi presidi sanitari.
A tutto ciò si aggiunge la questione del tetto invalicabile che, secondo l’Anisap, è del tutto contraddittorio rispetto a quanto stabilito nell’ultima finanziaria regionale: il raddoppio da 100 mila a 200 mila prestazioni l’anno per una struttura privata affinchè venga accreditata.
La Regione Basilicata, dunque, mentre lascia invalicabili i tetti – oltre i quali il servizio viene comunque erogato, ma senza alcun rimborso o a rimborso decurtato secondo il precedente provvedimento – aumenta le prestazioni.
Il risultato? L’accorpamento, come previsto dalla normativa, con relativa perdita dei posti di lavoro oppure una riduzione dell’investimento, anche in termini di efficienza dei macchinari.
Tutto ciò si ripercuote sul cittadino, in quanto comporterebbe un peggioramento della qualità del servizio sanitario.
Dall’Anisap, dunque, l’invito alla Regione Basilicata a riaprire il dialogo e a fare un deciso passo indietro.
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