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«Cristo si è fermato in mare»: a volte una battuta è più efficace di un editoriale. Riccardo Barenghi, la Jena della rubrica fissa della terza pagina della Stampa racconta così il dramma degli sbarchi. Sempre sul quotidiano torinese, una appuntita analisi di Federico Geremicca sul Pd «diviso sull’Italicum e indifferente sugli indagati» di casa propria, dalla Liguria (Raffaella Paita) alla Campania (Vincenzo De Luca e Giuseppe Ferrandino). Il Fatto Quotidiano rincara la dose: «Dopo il caso De Luca in Campania, un altro blocco di potere schiaccia i democratici nella zona opaca della politica». Chiude il quadro Francesco Merlo, che su Repubblica dedica un pezzo ai «sindaci della Campania candidati con il trucco»: si tratta di sette «magnifici imbroglioni – ben 4 del Pd, 2 forzisti e un indipendente di sinistra – incandidabili alle elezioni regionali». Una lista che andrebbe aggiornata con le motivazioni della sentenza di condanna per il democrat Salvatore Margiotta di cui dà notizia oggi il Quotidiano della Basilicata.
Mentre cresce l’orrore per i 12 cristiani uccisi e gettati in mare da un gruppo di musulmani durante una rissa in navigazione nel Canale di Sicilia, il Corriere della Sera aggiorna i numeri di una strage umanitaria silenziosa e infinita: dal primo gennaio al 15 aprile sono sbarcati sulle coste italiane 22.979 profughi, nello stesso periodo dello scorso anno – che alla fine è stato segnato dal record di 170.100 arrivi – erano di meno (20.899); molti migranti provengono da zone di conflitto e ad oggi in circa 80mila attendono il riconoscimento dello status di rifugiati, senza poter nel frattempo lavorare. Triton, la missione Ue di monitoraggio delle coste e assistenza, costa 19 milioni l’anno (l’Italiam da sola, ne spendeva 9 al mese).
L’Italia bifronte è raccontata dai tre italiani a Cannes (non accadeva dal 1994) Paolo Sorrentino, Nanni Moretti e Matteo Garrone da un lato, dall’altro dalla storia – non nuova – di un (ex) colosso che chiude gli stabilimenti: Whirlpool-Indesit dice addio a tre impianti, gli esuberi sono 1.350: sulla chiusura di Caserta, il Mattino parla di «schiaffo al Sud» e invoca un segnale dal governo, per evitare che – come scrive Sergio Governale – il Jobs Act funzioni solo al Nord [1]. La notizia fa a sua volta il paio con la novità dei premi per i dipendenti Fca, che fa esultare anche i lavoratori di Melfi: bonus da 1.400 euro legato ai risultati, fino a un massimo da 10.700 euro in 4 anni in caso di superamento degli obiettivi. Un po’ come per i dipendenti Ferrari: premio produttività di 4.355 euro (1000 a giugno e ottobre scorsi, 2.355 sulla busta paga di aprile).
Tiene banco, tornando alla politica, il caso Italicum-Speranza: il 36enne deputato pd [2] non torna indietro dalla sua decisione di dimettersi da capogruppo, ma c’è una nota di 21 senatori per sostenerlo: al Corsera ha bollato come «chiacchiere» le voci secondo cui vorrebbe candidarsi a guidare la minoranza, mentre i suoi incalzano: se Renzi apre, Roberto ci può ripensare. Repubblica però riporta che il potentino ha preparato già gli scatoloni e da lunedì prenderà un’altra stanza al gruppo. In un colloquio con Renzi, Claudio Tito sempre sul quotidiano diretto da Ezio Mauro dà la notizia della “mossa” del premier: il Senato può tornare elettivo. Nella pattuglia della minoranza interna, però, Alfredo D’Attorre punta i piedi («Io così l’Italicum non lo voto») e alza il tiro: dopo le Regionali il Pd deve andare a congresso (straordinario) per «verificare se le scelte che Renzi sta facendo hanno il consenso dei nostri iscritti ed elettori». Anche sul voto, i ribelli nutrono dubbi: nella riunione infuocata di mercoledì notte hanno votato in 190 su 310 («non è poi un gran risultato», chiosa il melfitano) e il calabrese Nico Stumpo, altro bersaniano, inizia a fare i conti per il passaggio in aula, ricordando i «30-40 voti segreti…».
Per dimenticare le notizie che fanno sprofondare nello sconforto come questa (Sergio Rizzo sull’ennesima vergogna legata all’autostrada), confortiamoci con GazzaGolosa: la rubrica sul gusto del venerdì sulla Gazzetta dello Sport, segnala l’olio lucano dell’azienda La Majatica del Frantoio Valluzzi a San Mauro Forte (Mt), un extravergine biologico con cui la rosea suggerisce di condire una zuppa di lenticchie. Plauso per «la più piccola realtà olivicola italiana» che però riesce a sfornare «grandi prodotti».
Infine tre notizie sul giornalismo: due brutte (tra censure in Cina e uccisioni in Russia) e una da romanzo: il direttore della Stampa, Mario Calabresi, racconta della 104enne che ha imparato a leggere un secolo fa proprio sfogliando con la madre il quotidiano torinese.
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LA NOTIZIA PIÙ CURIOSA/1 | Il sottosegretario Luca Lotti, braccio destro di Renzi, è solito andare a ritirare la margherita con molto basilico del premier alla pizzeria Sabatino di Roma (“Un giorno da pecora” di ieri, ripresa oggi dalla Stampa).
LA NOTIZIA PIÙ CURIOSA/2 | Festa bavarese per Benedetto XVI in occasione del suo 88esimo compleanno: il papa emerito ha festeggiato brindando con un boccale di birra ricevendo, al monastero di Mater Ecclesiae, un gruppo di Gebirgsschutzen in costume tradizionale (foto Ap).
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[1] A fronte di una media nazionale del +8%, i contratti in Campania sono cresciuti solo del 3%; zero assunzioni in Sicilia (fonte: Osservatorio Lavoro Cna).
[2] Per lui anche l’onore dell’anagramma di Stefano Bartezzaghi su Repubblica («Roberto Speranza = a Renz. o Bers.: parto») e la vignetta di Natangelo sul Fatto: Obama dice a Renzi “La nostra è una sfida tra terrore e speranza” e il premier risponde “Ehm… brutte notizie allora… Speranza si è dimesso”.
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