5 minuti per la lettura
Sono 100 i profughi “assegnati” alla Basilicata nel piano previsto dal governo. La stima dei migranti da accogliere è di 10mila unità, tra questi ben 6500 sono stati destinati dal Viminale alle Regioni. La Basilicata, dove a fine febbraio 2015 erano 898 quelli ospitati [1], è un esempio virtuoso con il suo centro di Rifreddo che nei giorni scorsi ha conquistato anche menzioni della stampa nazionale – il Corriere della Sera – mentre da Veneto e Lombardia, amministrate dalla Lega, arriva il no: «Non reggiamo un urto così» dicono Zaia e Maroni alla Stampa, giusto un po’ più diplomatici di un Matteo Salvini come sempre tranchant: occuperemo scuole, alberghi, ostelli e caserme – promette il numero uno del Carroccio – che siano destinati ai profughi. Il tutto mentre continuano gli sbarchi e cresce il numero delle vittime in mare: secondo alcune stime i barconi pronti a partire dalle coste libiche in direzione del suolo italiano sarebbero pronti a trasportare 500mila migranti. Da inizio anno ne sono già sbarcati 18mila (nel 2014 sono stati 150mila), 7mila sono arrivati in Sicilia solo da venerdì scorso. Attualmente il Viminale ne assiste 80mila sparsi per l’Italia. Le cronache parlano di un naufragio con 400 morti (è il racconto di chi ieri è riuscito a sbarcare in Calabria) e di spari nel Canale di Sicilia con colpi libici contro le navi italiane. Per quattro mesi, i mille disperati sarebbero stati tenuti in una fabbrica di sardine, arrivando poi a viaggiare in 110 su un gommone. Una bambina è nata in mare e si parla anche di un cadavere dato in pasto agli squali da uno scafista. Orrore che sembra lontano anni luce da un Paese civile. «Ora sappiamo che ci sono due tipi di squali che si nutrono delle speranze naufragate di uomini e donne con i loro bambini. Avevamo sottovalutato i pescecani in senso proprio, che hanno deciso di allearsi con i loro simili umani. O forse ne hanno abbastanza di sentirsi usurpati della loro voracità» (Paolo Di Stefano sul Corriere della Sera).
Nel giorno dell’agente che rivendica di aver partecipato alla mattanza della Diaz («Lo rifarei mille volte»), della pena estinta per Berlusconi nel caso Mediaset, dell’assoluzione di Riina per la strage del Rapido nel 1984 e della Corte europea che chiede il risarcimento di Bruno Contrada dopo la condanna per mafia, il tema giustizia fa rumore anche per un increscioso “aggiornamento” della protesta degli avvocati a Napoli: troppi controlli – hanno detto – e dunque è stato caos all’ingresso del tribunale con 7 feriti e 2 denunce. È stata sfondata una porta di vetro e decisa l’astensione dalle udienze per tre giorni.
Il Mattino dedica una pagina alla “fuga dei migliori” che interessa il Sud: da un dossier dell’Ordine dei medici si evince che i primi classificati a Napoli sono già tutti al Nord, a Medicina ci sono posti vuoti e gli specializzandi con i voti più alti emigrano. Una delle possibili spiegazioni? «Le capacità professionali e didattiche dei docenti di Napoli non sono inferiori a quelle di Milano o Torino. Forse lì le risorse a disposizione possono essere maggiori e quindi nella formazione le opportunità», commenta Luigi Califano, presidente della Scuola di Medicina della Federico II. Intanto, ogni contratto rescisso costa 100mila euro che non vengono riassegnati all’università di riferimento.
Numeri che raccontano la nuova Questione meridionale. «Ci aspettavamo che il governo prendesse impegni reali, scegliendo tra le mozioni presentate quelle che meglio rappresentano le priorità strategiche per il Mezzogiorno, ma accoglierle tutte è un atteggiamento pilatesco: si è favorevoli perché indifferenti ai contenuti di ciascuna»: è l’analisi del deputato lucano (eletto in Sardegna) Antonio Placido di Sel. Le 9 mozioni presentate da tutti i gruppi – Lega esclusa – richiedono interventi che vanno dal contrasto a povertà e criminalità nel Sud al sostegno del turismo e dell’archeologia fino al rilancio della portualità e dell’agroalimentare. Per il campano Luigi Famiglietti (Pd), invece, il Sud è al centro dell’agenda di governo: l’esecutivo «vuole costruire un piano strategico per il Sud con il Parlamento, perché per ogni 100 euro spesi al Mezzogiorno, 40 tornano anche al Centro-Nord, segno che investire nel Sud è utile a tutto il Paese. Il divario si è ampliato, basta vedere i differenziali del Pil e dei tassi di occupazione e produttività, e anche l’Ue afferma che questo è un ostacolo per la crescita del Paese». Il sottosegretario De Vincenti, in una della sue prime uscite in aula, ha citato anche il dato Svimez sul rischio desertificazione di molte aree meridionali. Ne dà notizia la Gazzetta del Mezzogiorno. Nel suo dorso lucano, interessante la notizia di apertura del quotidiano barese: a due anni dall’entrata in vigore della legge 33/13, un viaggio nella trasparenza della Pubblica Amministrazione al termine del quale gli enti sono promossi con riserva (in un generalizzato rispetto di consultabilità delle informazioni e accessibilità degli atti, risultano incompleti i siti di entrambe le Province mentre sui compensi non sempre c’è chiarezza e sulle partecipate è «buio assoluto»).
La Nuova e il Quotidiano della Basilicata propongono un focus sull’economia riportando gli ultimi dati Istat relativi ai prezzi al consumo (ieri la pubblicazione sul sito dell’Istituto nazionale di statistica) con la cifra relativa a Potenza nei calcoli dell’Unione nazionale consumatori: seconda città più cara (dopo Bolzano) con aggravi di spesa di 109 euro per una famiglia di 3 persone.
::
LA NOTIZIA PIÙ CURIOSA | Nel giorno del discorso di fine (doppio) mandato per il governatore Vendola – e dopo il crollo del solaio nella scuola di Ostuni –, la cronaca delle combinazioni e dei simboli dà il meglio di sé: Bari, caduta calcinacci nel palazzo della Regione (Gazzetta del Mezzogiorno).
[1] I luoghi degli sbarchi finora: 11.761 in Sicilia, 2.282 in Calabria, 325 in Calabria e 213 in Puglia. Nel 2014, gli sbarchi in totale sono stati 169.215 (fonte: Dipartimento di pubblica sicurezza).
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA