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POTENZA – Dopo i maxi-sequestri e gli arresti, è caccia ai soldi della droga che viaggiava sull’asse tra il Metapontino e la Calabria. Quello che univa Policoro e Scanzano a Cassano. Lo stesso su cui adesso la Finanza sta cercando attività economiche, all’apparenza del tutto lecite, che in realtà sarebbero servite a riciclare il tesoretto degli amici del clan.
E’ stato il resoconto di un anno di attività quello illustrato ieri mattina dal comandante regionale, il generale di brigata Salvatore De Benedetto, e dai vertici potentini e materani della Guardia di finanza. Ma anche l’occasione per spiegare che sul lavoro svolto le attività proseguono. In particolare sui risvolti finanziari dell’operazione “Gentlemen” dell’antimafia di Catanzaro, che a febbraio ha portato agli arresti dei policoresi Filippo Solimando, da tempo residente a Corigliano, il fratello Giacomo, l’“alter ego” Giovambattista Serio e Gerardo Schettino, la “primula rossa” di Scanzano Jonico. Con l’accusa di aver trafficato chili e chili di eroina e cocaina spacciati nel Metapontino e in tutto il cosentino. Assieme ai principali esponenti della ‘ndrina degli zingari di Cassano.
De Benedetto ha elencato i numeri archiviati nel 2014 dalle Fiamme gialle, che hanno condotto in Basilicata anche 58 indagini per il contrasto all’evasione e alle frodi fiscali, 231 verifiche sull’Iva. Con 231 persone denunciate, 6,5 milioni di euro di valori sequestrati e circa dieci milioni proposti per il sequestro. Inclusi 94 presunti evasori totali. Per una percentuale complessiva del 23,7% di irregolarità sui casi esaminati.
Il generale di brigata ha parlato dell’allarme lanciato a gennaio dalla Direzione nazionale antimafia sul rischio di infiltrazioni criminali nel programma della capitale europea della cultura. Investimenti e iniziative di sicuro peso economico che secondo la superprocura guidata da Franco Roberti potrebbero sollecitare «la vocazione affaristica della criminalità lucana».
«Ci stiamo strutturando – ha spiegato il generale di brigata – non solo per proseguire con efficacia i controlli sull’utilizzo delle risorse naturali, ma anche sul percorso che porta a Matera 2019, e noi ci siamo, ci tengo a dirlo, per evitare prima di tutto che si possano realizzare quelle pericolose suture fra politica e imprenditoria, su quella “zona grigia” di appalti e corruzione che sta emergendo, ad esempio, a livello nazionale».
In questo senso sarebbe stata già avviata un’interlocuzione in chiave preventiva con le amministrazioni interessate.
«In Basilicata – ha concluso il comandante – la situazione economica è difficile ma ci sono gli ingredienti per la ripresa della regione, tutelando quello che di “sano” e di eccellente esiste, e accendendo i riflettori su eventuali tentativi di infiltrazione».
l.amato@luedi.it
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