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Aperture dei giornali sul day after della strage al Tribunale di Milano, tra il ricordo commosso delle vittime e le polemiche politiche sulle dichiarazioni che vorrebbero la magistratura delegittimata e nel mirino, oltre che sulle falle nella sicurezza. “È stata un’aggressione alla giustizia, nessuno ci accusi di strumentalizzare” dice il presidente dell’Anm, Rodolfo Maria Sabelli, intervistato da Repubblica.
Fa sorridere amaramente la foto della Stampa con una lunga fila, ieri, per entrare nel palazzo di giustizia: da un eccesso all’altro.
Il Mattino manda due cronisti a scovare le falle nei tribunali di Napoli e Torre Annunziata, il giudizio non è affatto positivo.
I giornali di oggi hanno fatto appena in tempo a mettere in prima le anticipazioni sul Def (il Documento economico finanziario che entro fine mese dovrebbe essere inviato all’Ue e che disegna le politiche del governo per i prossimi tre anni, a partire dalla prossima Legge di Stabilità): i due annunci del premier Renzi e del ministro Padoan nella conferenza stampa convocata in tarda serata sono il bonus o “tesoretto” da 1,6 miliardi – per i detrattori si tratta di un tweet elettorale in vista delle Regionali di maggio, e una vignetta di ElleKappa su Repubblica scherza sulla “crescita dell’exit-Pil” – e la volontà di tagliare le Asl, troppe (citato il caso delle 22 aziende in regioni con 7 province), inefficienti e costose.
Sul fronte del lavoro, aumentano le assunzioni a tempi indeterminato grazie agli incentivi della Legge di Stabilità (+20%), ma diminuiscono quelle con contratti precari: il risultato – le cifre sono fornite dell’Inps – è una sostanziale parità rispetto all’anno scorso, visto che nei primi due mesi del 2015 le assunzioni sono state 968.883 ovvero appena 13 in più rispetto allo stesso bimestre del 2014; ma i nuovi rapporti di lavoro stabili tra gennaio e febbraio sono 307.582, numero che arriva a 403.386 (crescita +12,3%) se si considerano anche le 95.804 trasformazioni di rapporti a termine e di apprendistato in contratti a tempo indeterminato. Ma la quota di lavoro stabile sul totale aumenta di 4 punti e mezzo (dal 37,1 al 41,6%). Mancano i dati sulle “cessazioni”, cioè i contratti interrotti, ma anche le ricadute delle norme sul cosiddetto “contratto a tutele crescenti” previsto dal Jobs Act, che è entrato in vigore il 1° marzo.
Chiaro che la stampa di destra come il Giornale (ma anche il Fatto Quotidiano parla di “bluff”) ironizzi su quel numero 13 che sgonfia la retorica del governo sulla ripresa. Il Sole24Ore si spinge oltre, aprendo su una notizia in esclusiva: nel decreto legislativo sulle stabilizzazioni spunta una clausola di salvaguardia, le aziende pagheranno di più se il costo dovesse crescere e i fondi saranno insufficienti. “C’è un livello di decenza sotto il quale non si dovrebbe mai scendere – scrive Fabrizio Forquet in un durissimo editoriale in prima pagina –. Sembra una boutade, uno sketch di Crozza. E invece qualcuno lo ha scritto davvero nel dlgs sui contratti. Bisognerebbe pretendere il nome di cotanto genio. Di sicuro Renzi interverrà. O no?”. In soldoni, il governo ha inserito un aumento dei contributi come clausola di salvaguardia dello sconto contributivo per tutte le imprese che stabilizzino i precari. Come dire: si dà da un lato e dall’altro si prende.
Rimanendo nel campo delle riforme ma su un terreno più prettamente politico, continua la battaglia dell’asse lucano D’Attorre-Speranza contro l’Italicum. Se il primo sostiene che “un governo che mettesse la fiducia sulla legge elettorale non merita la fiducia” (Repubblica), il secondo sarebbe già pronto a dimettersi da capogruppo a Montecitorio se si dovesse andare al braccio di ferro.
Oggi e domani Salvini arriva – non personalmente, ma con i suoi seguaci via gazebo – in Basilicata (piazza Prefettura a Potenza e piazza Vittorio Veneto a Matera), assieme alla notizia fresca della sua lista alle Regionali in Puglia. Così si ridisegna la geografia politica anche nel Sud, dallo scontro Berlusconi-Fitto al ritrovato accordo Fi-Ncd in Campania. Intanto, oggi in piazza vedremo l’appeal che “l’altro Matteo” esercita nel Mezzogiorno: finora è stato contestato solo in Sicilia.
Proprio nell’isola, il crollo del pilone di un viadotto sulla A19 Palermo-Catania ci ricorda che il Sud è accomunato dalla gestione dissennata della viabilità (e del territorio: anche in Sicilia una frana), mentre cresce il rischio isolamento e cozza con gli annunci del governo sulle grandi opere: tra le prioritarie, per dire, c’è la Salerno-Reggio Calabria… Qua sì che ci vorrebbe un tesoretto ad hoc. Perpetuo.
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