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POTENZA – Cgil e Uil lanciano l’allarme sullo stato di salute dell’economia lucana.
Con due comunicati distinti, i segretari regionali Angelo Summa e Carmine Vaccaro mettono in allerta rispetto una situazione che – concordano – «appare sempre più critica». A più di una settimana di distanza dalla conferenza stampa unitaria con cui i sindacati hanno chiesto un’accelerata sulla misura anticrisi più importante che il governo regionale ha messo in campo, quella del reddito minimo d’inserimento, tornano a sottolineare la necessità di strumenti urgenti.
Si parte dai numeri. Quelli che snocciola il segretario della Uil, di fonte Istat, relativi al mese di febbraio, e quelli delle comunicazioni obbligatorie dei Cpi relativi IV trimestre del 2014. Da cui emerge la particolare sofferenza del mercato del lavoro lucano. Secondo i dati del Ministero, ammontano a 45.828 i rapporti di lavoro cessati, con 37.71 lavoratori interessati (rispetto a fine 2013, 2,2% in più di rapporti cessati e 2,8% in più di lavoratori coinvolti) a fronte di 24.795 rapporti di lavoro attivati per 18.743 lavoratori.
Quanto ai dati dell’Istat – secondo Vaccaro – emerge un perdurante stato di crisi in cui versa il nostro sistema produttivo. Come si capisce dall’aumento, seppure lieve, del tasso di disoccupazione che continua a mantenersi ai livelli più alti degli ultimi 20 anni». E’ soprattutto il dato relativo ai giovani a essere particolarmente preoccupante.
E qui Vaccaro affonda contro l’esecutivo nazionale: «Nonostante gli interventi programmati dal Governo e la sostanziale ininfluenza del programma Garanzia Giovani, la disoccupazione giovanile continua a crescere. Alla luce di questi dati, le recenti misure introdotte dal Governo, non sembrano aver dato gli effetti sperati».
Altro che flessibilizzazione dei contratti in entrata e uscita, come prevede il Jobs Act di Renzi. In Basilicata siamo più che altro di fronte a un aumento «dell’insicurezza lavorativa».
Nè tantomeno i 20 milioni dirottati in incentivi alle imprese – secondo questa formula – possono ritenersi soddisfacenti per la crescita del sistema produttivo.
Vaccaro chiede un “piano choc” con investimenti in grado di far ripartire i lavori delle piccole e medie opere pubbliche e una «chiara ed inequivocabile» politica industriale con un mix di investimenti pubblici e privati in grado di attirare capitali esteri. Ma ieri si è fatta sentire anche la Cgil del neo segretario Angelo Summa.
A pochi giorni dal suo insediamento fa la sua prima uscita parlando di «situazione drammatica»: recessione in tutti i settori, a partire da quello industriale, nessun segnale di ripresa, disoccupazione crescente, disagio sociale e povertà. «Si stenta ad intravedere realistiche prospettive di ripresa», chiosa Summa.
Due, su tutte, le questioni che pone il leader della Cgil: un diverso utilizzo delle risorse e la riforma di una governace «che spesso si è mostrata ridondante e inefficace».
E fa un parallelo per spiegare la situazione: «E’ davvero paradossale e inaccettabile constatare come la Basilicata, nonostante le enormi risorse di cui dispone, si trovi in una condizione di regressione produttiva al pari delle altre regioni meridionali se non, addirittura, di regioni con forti svantaggi strutturali come la Calabria».
E annuncia: continuerà la mobilitazione per dare corso al Piano del lavoro, che è, al momento, «l’unica concreta proposta programmatica per creare lavoro e dare una prospettiva di sviluppo alla nostra regione».
m.labanca@luedi.it
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