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POTENZA – Una mail tra il capo delle relazioni istituzionali di Cpl Concordia e l’allora presidente. Per comunicargli che nella legge di Stabilità erano saltati fuori i soldi per i progetti di metanizzazione nel Mezzogiorno. Perciò anche i loro, che dopo Ischia puntavano al Cilento. «Su impegno del sottosegretario Vicari e su ns indicazione». Attingendo alle royalties del petrolio estratto in Basilicata, che giacevano bloccati nel fondo per il bonus benzina ai lucani.
C’è anche lo “scippo” sventato a dicembre del 2013 nell’ultima inchiesta del pm Henry John Woodcock, che da Napoli ha scoperto il lato oscuro degli affari del colosso modenese delle coop. Motivo per cui lunedì mattina sono finiti agli arresti proprio il capo delle relazioni esterne Francesco Simone e l’ex presidente Roberto Casari. Assieme al presidente del cda di una controllata, 2 responsabili commerciali (tra i quali Nicola Verrini), e il sindaco di Ischia col fratello, diventato all’improvviso consulente della ditta.
«A un certo punto, nel novembre del 2013, – scrive il gip Amelia Primavera – l’auspicato stanziamento di nuovi fondi da parte del Governo centrale per le opere di metanizzazione va in porto. Tant’è che Simone il 29/11/2013 in una mail a Casari, Verrini e Porta (non indagato, ndr) allegando la legge di stabilità approvata dal Senato della Repubblica evidenziando che proprio il sottosegretario Vicari (Simona, Sviluppo economico, ndr) – il cui intervento era stato da loro stessi invocato – è la persona che si sarebbe impegnata (appunto su loro indicazione a far assegnare 140 milioni di euro (distribuiti in 20 milioni per 7 anni) per il completamento delle opere di metanizzazione dell’Italia del sud, stanziamento di cui beneficierà evidentemente anche la Cpl».
«Stando sempre a quanto riportato da Simone nella mail – prosegue il gip – lo stesso sottosegretario si sarebbe personalmente impegnato a far rimuovere, durante i vari passaggi approvativi tra i 2 rami del Parlamento, la parola “nei limiti” riferita, dal dettato della norma, alla cifra di 140 milioni».
Metà di questi, secondo il progetto Cpl-Vicari, sarebbe dovuta arrivare direttamente dalle royalties sul petrolio estratto in Basilicata. Quindi 10 milioni all’anno per 7 anni. Ma a distanza di un paio di settimane dalla mail di Simone al presidente della coop il tentativo di «scippo» è venuto a galla. Denunciato pubblicamente dal deputato forzista Cosimo Latronico. Subito seguito in maniera bipartisan dagli altri parlamentari lucani e dal governatore.
Pittella avrebbe gridato all’«esproprio» e al «colpo di mano». Il poi sottosegretario De Filippo chiamava alla «mobilitazione». Premonitore Folino, che aveva parlato di una «lobby malandrina (…) che ha cercato di depredare il contributo che la Basilicata dà allo Stato in termini energetici».
Quindi alla Camera lo «scippo» è stato sventato.
Nell’inchiesta sugli affari della Cpl Concordia è coinvolto anche un consigliere comunale di Tursi, Antonio Lauria (già nel cda di Acquedotto lucano spa). Secondo gli inquirenti sarebbe sua la voce registrata nell’ufficio di Simone mentre si discuteva degli interventi di «efficentamento energetico» nel Comune di Tursi. Un progetto giudicato interessante dalla coop, per cui Simone si dice pronto a pagare 100mila euro a Lauria: «bianchi o neri». Per dire con un contratto fittizio di consulenza, o in moneta contante. Raccomandandogli solo di parlarne meno possibile, per evitare di finire «al gabbio».
l.amato@luedi.it
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