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POLITO sul Corriere della Sera fa un’analisi errata e molto deludente sul Sud. Dimentica che la vicenda Ischia è nella scia di vicende analoghe che vanno dal Mose, a Expo, agli imbrogli per le Quote latte, alla Ricostruzione dell’Aquila, a Mafia capitale, ai vari Incalza, a quello cioè che è un malcostume nazionale, ma soprattutto Polito cade in luoghi comuni che da sempre hanno accompagnato le stagioni del nostro Mezzogiorno. Troppo semplicistico scaricare le colpe del Sud su sistemi di consenso che accomunano i gruppi dirigenti di tutto il Paese, come pure non mi pare una garanzia di qualità per la sua classe dirigente il dover essere scelta dal “centro”. È proprio vero il contrario, è vero cioè che il Sud paga proprio il prezzo di una classe dirigente poco indipendente dal centro, che mai o raramente ha saputo imporre le ragioni più profonde del Mezzogiorno, come è vero che il Sud paga il prezzo di un Paese che ancora continua a giudicarlo con pregiudizio e come problema e non già come opportunità e come risorsa.
Dire che Renzi è “un estraneo nel Mezzogiorno”, ed un pò è purtroppo vero e non già per le scelte del Pd ma per le politiche nazionali, dovrebbe preoccupare l’intero Paese ed i suoi commentatori politici piuttosto che portare a conclusioni improprie contro lo stesso Mezzogiorno. Il Sud ha gravi responsabilità per non riuscire a portare in campo un suo adeguato protagonismo e per non aver saputo porre la questione morale e quella dell’etica pubblica al centro delle propria riflessione, ma è un grave errore offrire una sua narrazione in maniera così superficiale, non coglierne i suoi tanti aspetti e non comprendere che senza adeguate politiche a favore del Mezzogiorno, senza rafforzare il suo capitale sociale, senza lavorare convintamente per renderlo più forte e competitivo, non ci sarà certamente futuro per il Sud ma non ci sarà nemmeno futuro per l’Italia e più debole sarà la prospettiva della stessa Europa.
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