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POTENZA – «Ci sono tutti i requisiti affinché il Dipartimento di Reumatologia diretto da Ignazio Olivieri (presidente della Società nazionale di Reumatologia) – ottenga il riconoscimento di Irccs (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico)». Così il sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo, ha chiuso nell’ospedale San Carlo di Potenza, il suo intervento alla presentazione del Report sulle attività svolte nel 2014. De Filippo ha anche aggiunto che «in attesa della visita della Commissione del Ministero, che dovrà attribuire il riconoscimento – assegnato nel 2008 al Crob di Rionero) – la crescita delle prestazioni, delle attività di ricerca e dell’immigrazione da altre regioni evidenzia come il Dipartimento lucano abbia ormai conquistato una funzione interregionale e nazionale». Sulle circa 15 mila prestazioni effettuate l’anno scorso dal Dipartimento di Reumatologia, il 65% ha riguardato pazienti lucani e il 35% quelli provenienti da altre regioni (in particolare da Campania, Calabria e Puglia), confermando il trend in crescita nel triennio 2012-2014 (32% nel 2012; 33% nel 2013). Il dato extraregionale cresce fino al 61% – rispetto al 39% di lucani – per i ricoveri ordinari (in totale sono stati 303). Il Dipartimento di reumatologia si conferma un centro all’avanguardia per diagnosi, cura e ricerca delle malattie reumatiche, affermandosi sempre più chiaramente come punto di riferimento regionale e nazionale. Con le sue tre strutture dislocate sul territorio regionale (Ospedale San Carlo di Potenza, Ospedale Madonna delle Grazie di Matera e ambulatorio territoriale di Pescopagano) rappresenta un esempio di eccellenza dell’assistenza sanitaria di pazienti lucani ed extra-regione cui è data la possibilità di rivolgersi all’interno di una struttura pubblica, a fronte del pagamento del solo ticket, a specialisti assoluti nel campo reumatologico, con un curriculum scientifico di livello internazionale. Diretto da Ignazio Olivieri, autorevole esponente della reumatologia come testimoniato anche dal suo ruolo di presidente, dall’anno scorso, della “Società italiana di reumatologia” , il Dipartimento si conferma esempio nazionale di buona sanità come emerge dai dati del Rapporto 2014 “La Reumatologia in Basilicata: report 2014 e obiettivi 2015”, presentato ieri e che ha rappresentato la prima uscita ufficiale di Rocco Maglietta nella sua veste di Direttore generale del San Carlo.
Anche quest’anno il numero dei ricoveri ordinari è risultato di poco superiore ai 300 con una percentuale di provenienza extraregionale del 61% Le patologie per cui si procede con il ricovero sono principalmente le connettiviti (in particolare la Sclerosi Sistemica), le vasculiti e le artropatie infiammatorie croniche complicate.
Sul fronte ambulatoriale, il Dipartimento nel 2014 ha erogato complessivamente 18.208 prestazioni di cui, ancora una volta, il 32% circa per pazienti extra-regione provenienti in larga misura dalle regioni limitrofe (Campania, Puglia e Calabria), ma anche da Sicilia, Abruzzo e Lazio ed in alcuni casi dalle regioni del nord Italia. Un risultato tanto più stupefacente se si considerano le difficoltà logistiche legate alla natura impervia e montuosa della Regione.
«Da alcuni anni ormai il Dipartimento di Reumatologia redige e comunica il report annuale delle proprie attività. E’ un atto che denota una forte volontà di trasparenza nell’informare i cittadini in merito alle modalità con le quali vengono investiti e utilizzati i soldi pubblici, ma anche il riflesso della nostra determinazione a migliorare continuamente i servizi al cittadino, definendo obiettivi e proponendo soluzioni – ha spiegato il Direttore generale del San Carlo, Rocco Maglietta – Lavoriamo con impegno per diventare il polo interregionale della sanità del Sud Italia; lo facciamo affiancando alla qualità professionale dei nostri specialisti, un’assistenza vicino al paziente e ai suoi bisogni». Non solo diagnosi, cura e trattamento: il Dipartimento è un esempio di eccellenza anche nel campo della ricerca, tanto da posizionarsi ai primi posti nella graduatoria nazionale.
«Oltre a contribuire alla formazione di altri medici partecipando come relatori a numerosi convegni formativi di interesse locale, nazionale e internazionale, i medici del Dipartimento continuano a svolgere una intensa attività di ricerca, sempre senza sottrarre tempo ai pazienti, vale a dire al di fuori dell’orario lavorativo, e senza alcun incentivo economico o professionale – ha commentato Olivieri – A spingerci è la convinzione non solo che il mantenimento di un elevato profilo scientifico migliori la nostra preparazione, ma anche che si rifletta sul miglioramento dell’assistenza e della qualità della vita dei pazienti, aspetti meritevoli di sacrifici personali. L’istituzionalizzazione, attraverso il riconoscimento di Irccs, dell’ampia attività di ricerca svolta dai nostri medici rappresenterebbe un ulteriore motivo di visibilità e prestigio per il Dipartimento, ma soprattutto ci consentirebbe di usufruire di fondi ai quali al momento non abbiamo accesso per attrezzature e personale così da competere con colossi della Reumatologia europei, del Nord America e dei Paesi dell’Estremo oriente».
al.g.
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