Non gli pagano i lavori fatti per un appalto Si incatena per protesta

LAGONEGRO – Si è incatenato ai cancelli di ingresso dell’asilo di via Calabria, Pasquale Melara, l’imprenditore a capo della Co.Sme.P srl, società di costruzioni edili con sede a Serra Persano che ha realizzato l’edificio scolastico dopo aver vinto il bando di gara nell’aprile 2012. Un gesto estremo, dettato dalla disperazione e dalla totale sfiducia nelle istituzioni, per chiedere il pagamento delle somme anticipate per la costruzione dell’edificio. Un’opera progettata inizialmente per un budget di 413.000 euro ma costata complessivamente quasi il doppio, fortemente avversata dall’opposizione politica in consiglio comunale per la presunta inutilità a fronte di altri plessi pubblici e privati già esistenti. La struttura si trova in pieno centro cittadino e a poche decine di metri dall’asilo gestito dalle suore nel collegio Mater Dei. Ad agosto 2014 l’ufficio tecnico comunale aveva provveduto a liquidare al costruttore una parte del denaro a titolo di anticipo: poi il silenzio da parte della Regione Basilicata – ente cui spettava il saldo dell’intera somma da corrispondere alla ditta affidataria del progetto – fino all’azione eclatante di ieri mattina. E nonostante gli amministratori, e Melara in primis, si fossero più volte rivolti alle istituzioni per richiedere un incontro ufficiale con il funzionario regionale che si occupa dei pagamenti, pregandolo di essere ricevuti. L’imprenditore si è fatto trovare in catene all’orario di ingresso di docenti e personale ausiliario, destando lo stupore delle mamme che si apprestavano ad accompagnare i propri bambini alla scuola dell’infanzia: immediatamente sono intervenuti gli uomini delle forze dell’ordine e gli operatori del 118 e della protezione civile, per mettere l’area in sicurezza e occuparsi delle condizioni di salute di Melara. La protesta però è durata poco, giusto il tempo che da Potenza arrivasse la notizia di un assegno da 138.000 euro per la Co.Sme.P a copertura del credito avanzato. Soddisfatto, l’imprenditore si è prontamente liberato e non ha avuto bisogno del ricovero in ospedale.