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FORENZA – Sono accusati di non aver seguito le norme in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. Per questo 6 persone di un’azienda pugliese dovranno rispondere di omicidio colposo in concorso.
Svolta, dunque, nelle indagini sulla morte di due persone a Forenza.
I militari dell’Arma della compagnia di Venosa guidata dal capitano Vincenzo Varriale nei mesi scorsi ha raccolto elementi che avrebbero accertato le responsabilità delle persone tra cui l’addetto alla sicurezza.
Il 22 ottobre 2014 mentre stavano effettuando lavori di ristrutturazione su un capannonne alla periferia di Forenza, due operai caddero da un’altezza di circa 10 metri.
Il primo morì infilzato da alcuni pali di ferro mentre il secondo spirò per le ferite riportato al San Carlo dove era stato ricoverato d’urgenza.
Le due persone decedute – Lorenzo Scalese, di 45 anni, e Paolo Lopez, di 24 – erano entrambi originari di Gravina di Puglia. Scalese, che era anche uno dei proprietari della ditta, morì sul colpo.
Già nell’ottobre scorso apparve abbastanza chiaro che su quel cantiere qualcosa non aveva funzionato in termini di sicurezza.
Dall’indagine dei militari dell’Arma pare sia emersa proprio questa circostanza che ha portato a iscrivere nel registro degli indagati sei persone per «l’omissione – scrivono i carabinieri – nell’adozione di idonee cautele e misure di sicurezza volte a prevenire gli infortuni sul luogo di lavoro».
Nel corso di alcuni controllia Venosa e Lavello i militari della locale stazione carabinieri e quelli del dipendente nucleo operativo e radiomobile hanno deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Potenza tre persone del luogo per guida in stato di ebbrezza alcolica.
I giovani sono stati sorpresi alla guida delle rispettive autovetture con un tasso alcolemico superiore ai limiti consentiti. Le patenti di guida, pertanto, gli sono state ritirate.

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