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ALLA BASE della cultura ci stanno prima di tutto l’abitudine a voler capire e l’onestà intellettuale; né l’una né l’altra sembrano appartenere alle due gentili signore che firmano il comunicato di Lista civica per la città. Ci si rende conto che fare l’avvocato è un brutto mestiere che costringe spesso a deformare la realtà per poterla rendere difendibile, ma forse informarsi bene (è cultura anche questa) sarebbe necessario per deformarla almeno in modo credibile ed evitare un azzeccagarbuglismo politico buttato là tanto per dire.
Innanzi tutto va specificato che la sintesi che le due fanno di quanto detto dalla sottoscritta nell’ articolo del 21 marzo scorso è una fantasiosa interpretazione fatta di certo per propria buona utilità ( Dio non voglia per incapacità di lettura) a partire fin dalla prima affermazione.
La sottoscritta, infatti, ribadiva proprio il concetto che è la politica che deve stare fuori dalla cultura e non viceversa, come affermava l’Assessore De Francesco.
E siccome la prima “svista” è già cotanta, non vale la pena discettare sul fatto che mai “la sig.ra Rivelli” ha in detto articolo menzionato minimamente nulla di ciò di cui la Riviezzi e la Messina parlano con fumose e pretestuose chiacchiere, con gran cicaleccio e scarsa conoscenza dei fatti.
Intanto vale la pena informarle (una notizia per tutte, altrimenti ci vorrebbe un trattato assai lungo) del fatto che solo le grandi mostre tenute in città hanno fatto registrare oltre centomila presenze, e che se qualcuno non ha evidenziato “innalzamento intellettuale”, ci avrà messo del proprio, forse perché in questa città c’è chi ha l’abitudine a crescere in provincialismo e basta.
Per ciò che concerne il «respirare la cultura dai documenti Unesco», invece, forse bisognerebbe consigliare alle due signore di aprire le finestre dei loro recinti bunker e tentare di respirare oltre il condizionatore d’aria che qualcuno ha messo loro a disposizione; se avessero saputo (ma non lo sanno o fingono) che la sottoscritta è forse l’unica persona che in questa città ha offerto il proprio impegno intellettuale a costo zero per realizzare anche quanto smantellato dalla nuova amministrazione – che evidentemente ama «l’abbraccio mortale» solo con i creativi della medesima propria aiuola – forse si sarebbero risparmiate quella serie di oscene amenità con cui chiudono il loro comunicato.
Ma la cultura è anche incontro e dialogo, perciò non credo sia possibile non essere d’accordo con loro quando scrivono che la cultura bisogna «viverla e farla».
Sono pienamente d’accordo. Per questo ancora mi chiedo che ci faccia la De Francesco nel posto in cui sta.
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