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L’ACCORDO è firmato. Ma soltanto in via “preliminare”. Nel senso che c’è molto altro da fare. In primo luogo capire come vuole spendere questi milioni la Basilicata. Ieri pomeriggio però Marcello Pittella ha firmato al ministero dello Sviluppo Economico insieme al sottosegretario Simona Vicari il documento che sblocca il 3% delle royalties, fino ad oggi utilizzato per la card carburante.

«La Basilicata diventa un modello per l’Italia – twitta la Vicari – è un grande successo per tutti i lucani». Risponde Pittella, anche lui sui social: «Si tratta di un protocollo importante ed innovativo che segna tempi nuovi anche nei rapporti col governo centrale che dimostra l’attenzione del Ministero e della Regione Basilicata alle istanze delle parti sociali e datoriali, a beneficio dei cittadini lucani». Il tutto rientra in quanto contenuto nell’articolo 36 del contestato Sblocca Italia per quanto riguarda l’adozione di “misure a favore degli interventi di sviluppo delle Regioni per la ricerca di idrocarburi”.

E in effetti il gruzzolo è grande: come avevamo anticipato si tratta di 75 milioni di euro del fondo produzioni 2014 e 55 milioni di euro per il 2014. Quest’ultima cifra però è ancora da determinare, quindi non proprio a portata di mano. Totale: 130 milioni di euro da inserire su diversi settori di investimento.

LA SOCIAL CARD – Addio al bonus benzina, adesso si parla di social card. Stando all’accordo una percentuale non inferiore al 20% del fondo, circa 26 milioni, che sarà poi progressivamente aumentata fino al 50%, è destinata alla card sociale. Si tratta di una carta prepagata che sarà distribuita e ricaricata per fasce di reddito e non sarà spendibile soltanto dal benzinaio. Un vecchio cavallo di battaglia di Pittella che ne parlava già in campagna elettorale.

SVILUPPO ECONOMICO – Ventisei milioni, abbiamo detto, sono destinati alla social card mentre il restante, l’80% del fondo (circa 104 milioni di euro) verrà suddiviso in diverse misure. Nell’accordo viene già prevista questa divisione delle risorse che segue questo schema.

INCENTIVI – Trentacinque milioni dedicati al sistema produttivo lucano. Significa imprese, artigiani e commercianti, lavoratori autonomi e sistemi aggregati. Il piano prevede investimenti nell’innovazione, eco-innovazione e sicurezza. Ma nel documento si parla anche di miglioramento e riqualificazione energetica e ambientale. In particolare di «innalzamento della dotazione energetico-ambientale delle aree produttive». In più con i 35 milioni si dovrebbe investire per soluzioni di mobilità sostenibile e di logistica merci e persone «finalizzata all’efficienza energetica o all’utilizzo di energia a minor impatto ambientale». Ultimo punto: promuovere l’autoimprenditorialità e le smart city.

RISPARMIO ENERGETICO – I restanti 69 milioni saranno utilizzati in parte per interventi di risparmio energetico sulle abitazioni prediligendo il fotovoltaico ma anche la ristrutturazione. Si prevede anche l’installazione di impianti solari per acqua calda, miglioramento della climatizzazione e sistemi di riscaldamento a biomasse.

SOSTEGNO AL REDDITO – Reddito di cittadinanza? Non proprio. Il piano è frenare la crisi dei fuoriusciti dagli ammortizzatori sociali. Per questo è previsto un sistema di sostegno economico che servirà a preparare e sviluppare in seguito «politiche attive per il reinserimento al mondo del lavoro». Ma il sostegno non sarà solo per gli ammortizzati in deroga, nel documento vengono citati anche «disoccupati e inoccupati con grave deprivazione materiale».

FONDO COMUNI E PROVINCE – Verrà gestito direttamente dagli enti in questione e servirà a stipulare nuovi contratti con cooperative di tipo B con l’obbligo di contratto indeterminato o determinato non inferiore a 12 mesi. Nelle cooperative dovrebbero rientrare proprio i beneficiari del cosiddetto sostegno al reddito.

OCCUPAZIONE STABILE – Il progetto è quello di concedere un incentivo fino a 10mila euro all’anno per massimo due anni per imprese e lavoratori autonomi con almeno una unità in Basilicata. I soggetti devono aver assunto, o si impegnano a farlo, uno o più lavoratori a tempo indeterminato full time o part time. Ma l’incentivo si ottiene anche per i contratti trasformati da determinato a indeterminato nel periodo tra il primo maggio 2014 e il 31 dicembre 2015. I destinatari delle nuove assunzioni devono essere lucani, disoccupati o inoccupati da almeno 24 mesi.

UTILITÀ SOCIALE – L’idea è aiutare chi ha perso il lavoro a pochi anni dalla pensione. Per questo sono previsti incentivi alle aziende che garantiranno il raggiungimento del diritto alla pensione. Chi ha usufruito degli ammortizzatori in deroga quindi avrà «garantito» un lavoro e l’accompagnamento alla pensione.

QUESTIONE AMBIENTALE – L’articolo due dell’accordo è tutto dedicato all’ambiente. In primo luogo viene costituito un gruppo di lavoro scientifico che dovrà valutare i parametri degli impianti produttivi lucani. Lo si farà all’interno del Cirm, la commissione per gli idrocarburi. Per il resto il riferimento è tutto al centro oli e alle fiammate. In questo caso bisognerà «approfondire le cause» dell’attivazione del sistema di sicurezza. Poi è previsto un esame delle «caratteristiche e dei quantitativi di gas emessi dai camini del centro oli con riferimento alla problematica delle emissioni odorigene». Infine «acquisire elementi di dettaglio in merito a tutti i rifiuti solidi e liquidi prodotti dagli impianti».

ACCORDO RIMODULABILE – Questo documento preliminare definisce anche un altro aspetto. Ha una validità di quattro anni, ma a partire dal quinto anno si potranno effettuare delle verifiche biennali, in modo da spostare le risorse sui settori più complessi.

v.panettieri@luedi.it

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