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POTENZA – «Ho piena fiducia nel lavoro che sta svolgendo Aldo Schiassi all’Arpab». Con un sol soffio, il presidente Pittella allontana le nubi nere che da qualche mese sono tornate ad addensarsi sull’Agenzia più importante della Regione Basilicata, quella per la protezione dell’ambiente. Le recenti, numerose polemiche contro il direttore nominato alla guida dell’Arpa lo scorso luglio – la Cgil ha convocato addirittura una conferenza stampa per denunciare tutte le “anomalie” che si starebbero verificando all’interno dell’ente – non avrebbero scalfito nemmeno marginalmente il rapporto di fiducia tra il governatore e il dg.
«Qui non sono in discussione le questioni che attengono ai caratteri di ognuno. Ma, la verità – spiega Marcello Pittella a margine del seminario sul giornalismo ambientale che si è chiuso domenica sera a Pignola – è che Aldo Schiassi è inattaccabile per l’assoluta indipendenza con cui sta svolgendo il suo compito. Ed è per questo che è diventato un uomo scomodo». Questo, secondo il presidente della Regione, sarebbe il motivo per il quale il direttore è finito nel mirino di diversi cecchini. Perché dentro e intorno all’Agenzia c’è sempre stato un clima difficile. «Schiassi, evidentemente, è un uomo libero e sta cambiando le cose. Ho assoluta fiducia in quello che sta portando avanti. In Arpab si lavora a tutte le ore, anche nei giorni di festa. E questo anche grazie alle tante elevate professionalità di cui l’Agenzia è dotata».
Pittella, che nell’incontro con i giornalisti coglie l’occasione per ribadire l’impegno profuso per rinsaldare i fili delle fiducia istituzioni-cittadini, conferma che anche per l’Arpab si sta lavorando in questa direzione. Il cammino non è semplice soprattutto per un ente già al centro del più grande scandalo ambientale lucano.
Ma assicura: «Per quanto il direttore dell’Agenzia sia di nomina politica, Schiassi è un uomo assolutamente indipendente». Insomma, per dirla ancora più semplicemente: «Non ci sono fogli nascosti nei cassetti». Il passato – è storia nota – ha conosciuto molte macchie nere. Recuperare credibilità non è facile e richiede tempi abbastanza lunghi. «Ma è quello che si sta cercando di fare, a esempio, con l’accordo scottoscritto con l’Università degli Studi della Basilicata». Non solo ambiente in senso stretto. Nel confronto di Pittella con i giornalisti si parla soprattutto di petrolio. E l’occasione serve anche a chiarire la questione dei 25.000 barili, oltre ai 154.000 frutto degli accordi del ‘98 (Eni) e 2006 (Total), che la società del cane a sei zampe conteggia come già autorizzati, come riportato anche sul sito della stessa compagnia. «L’ho detto chiaramente e su questo non si torna indietro: non si va oltre le quantità già autorizzate». Secondo il resoconto che fa il presidente, i 25.000 barili aggiuntivi a cui fa riferimento la compagnia del cane a sei zampe, sarebbero frutto di un vecchio accordo verbale d’appendice alla prima versione del Memorandum del 2011. «Che però non è mai stato oggetto di una vera trattativa. Sulla carta non c’è niente. Per noi non ha alcuna validità. Lo abbiamo detto a Eni e anche al ministero che ci ha ascoltati». Era stato il direttore del ministero dello Sviluppo economico, Franco Terlizzese, in alcune dichiarazioni rilasciate al Sole 24, a mettere al corrente di nuove trattative a Roma.
«A loro l’ho detto chiaramente: non discuto di niente fino a quando non si portano a termine gli impegni assunti fino a questo momento. E infatti abbiamo fatto saltare il tavolo. Vorrei tranquillizzare tutti: non si andrà oltre le quantità già autorizzate».

m.labanca@luedi.it

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