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IL CONSORZIO di bonifica di Bradano e Metaponto è sempre più nel mirino, per i presunti aumenti dei canoni, sotto la gestione commissariale di Giuseppe Musacchio.
Una diffusione di notizie, puntualmente smentite dalla sede di via Annunziatella, secondo cui si continuerebbe con una «chirurgica attività di disinformazione sulle attività del Consorzio».
Dopo l’attacco frontale del sindaco di Montalbano Jonico, Enzo Devincenzis, che ha messo tutti gli agricoltori della fascia jonica in allarme, per il presunto rischio di una “riproposizione” del famigerato contributo di 150 euro/ha, dovuto all’Ente irrigazione, questa volta ad essere malamente strumentalizzata, secondo Musacchio, è la delibera numero 85, rea, a dire dei detrattori, di aver aumentato le tariffe irrigue e di aver impedito le prenotazioni con pagamento anticipato.
Nel primo caso, Devincenzis è stato smentito con la notizia di una sospensiva sul contributo all’Eipli, riservandosi a sua volta di controreplicare, spiegando che lo stop temporaneo, in realtà, sarebbe scaturito non dalla volontà virtuosa del Consorzio, bensì dal normale iter amministrativo in presenza di un ricorso al Tar di Basilicata.
Sulla seconda contestazione, Musacchio chiarisce che «in realtà -si legge nella nota a firma del commissario del Consorzio di bonifica- nulla di quando raccontato sulla stampa (sulla scorta di segnalazioni ndr), è contenuto nella famigerata delibera con la quale, di converso, si è voluto: 1) Estendere il periodo di irrigazione a tutto l’anno solare, mentre fino all’anno scorso l’irrigazione e, quindi, la somministrazione dell’acqua avveniva soltanto nel periodo aprile-ottobre; 2) Combattere la morosità e la pratica elusiva dei finti contratti di affitto, con pagamento anticipato dell’irrigazione, pur in presenza di morosità spesso ingente dei proprietari.
Quanto al primo obbiettivo -prosegue Musacchio- per le aree servite mediante contatori, il produttore pagando a consumi, potrà liberamente irrigare durante tutto l’anno agli stessi costi e senza la necessità di dover annualmente rinnovare la prenotazione, con inutili e farraginose procedure di conguaglio (sul punto si può tranquillamente affermare che abbiamo sburocratizzato le procedure ed i pagamenti).
Per quanto riguarda, invece, le aree irrigate con tariffe ad ettaro/cultura, nelle quali fino all’anno scorso si erogava acqua nello stesso periodo aprile-ottobre, si è data la possibilità a chi ne ha necessità di irrigare anche negli altri cinque mesi (novembre-marzo), pagando una tariffa ridotta di 60 euro ad ettaro per l’intero periodo o se l’esigenza temporale e’ inferiore, 30 euro per il periodo novembre-gennaio e 30 euro per il periodo febbraio-marzo.
Quindi -conclude Musacchio- nessun aumento, bensì maggiori servizi; e in questi termini è stata correttamente interpretata la delibera dalle Organizzazioni professionali.
Viene, invece, il sospetto, abbastanza fondato, che quello che viene strillato come aumento, altro non è che il porre fine ad irrigazioni “abusive” nel periodo novembre-marzo a stagione irrigua “chiusa”.
Ed è chiaro che a coloro che prima nel periodo invernale irrigavano “gratis”, ed “a spese di tutti i consorziati”, adesso va di traverso la delibera in commento che, invece, li costringe a pagare».
Per quanto riguarda, invece, l’impossibilità di irrigare in presenza di morosità, «posto che era quantomeno doveroso per rispetto della stragrande maggioranza dei consorziati in regola con i pagamenti, porre in essere tutto quanto in potere per recuperare la morosità e far uscire il Consorzio dall’asfissia finanziaria cui è costretto da anni -chiarisce il commissario- è appena il caso di evidenziare che, per effettuare la prenotazione, è sufficiente accedere alla rateizzazione, che può essere anche decennale.
Si ribadisce, quindi: nessun aumento e nessuna preclusione all’irrigazione».
a.corrado@luedi.it
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