2 minuti per la lettura
«Ribadiamo la richiesta di riaprire il negoziato, perché i lavoratori devono essere messi nella condizione di decidere e valutare l’accordo finale» per lo stabilimento di Melfi della Fca. Così il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, a margine degli incontri che si sono svolti oggi nello stabilimento lucano è tornato a discutere di Jobs Act e di politica industriale del Governo.
Il negoziato, ha aggiunto Landini «va riaperto perché occorre aumentare, per esempio, il numero delle squadre, istituendo la quinta, con una riduzione dell’orario per ridurre il disagio del lavoro notturno nelle giornate del sabato. Allo stesso tempo si deve affrontare il problema delle condizioni di lavoro, a partire dalle pause, e va previsto un aumento salariale vero, che riconosca lo sforzo dei lavoratori», estendendo questa prospettiva «anche all’indotto» e «ad altri stabilimenti.
«Quella attuale – ha aggiunto il segretario Fiom – è una fase economica mai vissuta dal Paese, con il peso dell’Euro e il prezzo del petrolio che creano condizioni per produrre con qualità favorendo così le esportazioni».
C’è una prospettiva generale a cui Landini si appella. «Il governo potrebbe svolgere un ruolo chiave incentivando anche fiscalmente la riduzione degli orari di lavoro: oggi invece abbiamo una legge che defiscalizza il lavoro straordinario rispetto a quello ordinario».
In Italia «ci sono aziende che assumono – ha proseguito Landini – ma ce ne sono anche tante in cassa integrazione e altrettante che rischiano la chiusura. Serve anche un rilancio degli investimenti, e diciamo al governo che i provvedimenti messi in campo, come il Jobs Act, non hanno fondamento, e su questo tema non siamo d’accordo. Sarebbe invece utile rimettere mano alle pensioni, riaprendo una trattativa sulla riduzione dell’età pensionabile, perché i lavoratori impegnati alle catene di montaggio, ad esempio, hanno carichi maggiori, e questo può creare anche migliaia di nuovi posti di lavoro per i giovani disoccupati».
«Oggi la Fiom è impegnata per la manifestazione in programma il 28 di marzo in piazza del Popolo: tutti a Roma – ha concluso Landini – e non solo i metalmeccanici, ma anche i giovani e i precari, perché vogliamo cambiare davvero il Paese, e non solo nell’interesse delle imprese, come fa invece il governo».
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA