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POTENZA – E’ l’unica istituzione di Alta cultura in Basilicata, ovvero l’unica istituzione di alta formazione artistica, musicale e coreutica che indica l’istruzione artistica superiore parallela ed equipollente al sistema universitario della Repubblica italiana. «E’ inaccettabile, dunque, che gli studenti del Conservatorio Gesualdo da Venosa di Potenza siano costretti, oggi, a prendere un taxi per andare a scuola. Ragazzi di 16, 17 anni, che vivono in famiglie che con i tempi che corrono hanno difficoltà anche ad arrivare a fine mese. E’ una vergogna». E’ l’appello appassionato e accorato di Vincenzo Marrone D’Alberti, docente di pianoforte principale al Conservatorio di Potenza e ambasciatore Unesco.
Di Palermo e da un anno a Potenza, il professore ha girato il mondo. Ha insegnato musica per 15 anni a Francoforte. Poi Amsterdam, Lecce, Messina, Sud Africa e Monzambico. «Ma mai – dice – mi era capitata in vita mia una cosa simile, nemmeno da terzo mondo. Anche nelle città più povere gli studenti hanno la possibilità di arrivare con i mezzi pubblici fin davanti all’ingresso». Ciò che fa indignare così tanto D’Alberti è la chiusura del ponte attrezzato scale mobili Santa Lucia. Praticamente il principale mezzo di trasporto dei mille alunni della scuola. Ritardi, ragazzi che saltano le lezioni. Da quanto raccontato dall’insegnante pare che raggiungere l’istituto dalla stazione inferiore adesso sia un’impresa titanica. Prendere un bus fa arrivare i ragazzi in ritardo rispetto alla partenza dei treni. Molti di loro provengono dai paesi limitrofi ma anche da fuori regione: Puglia, Calabria, Campania. Così alcuni hanno fatto ricorso al taxi, pochi per la città di Potenza, reperibili solo su prenotazione e costosi. Farsela a piedi è praticamente impossibile.
«Forse in pianura – dice D’Alberti – ma non con uno strumento musicale dietro. Immaginiamo un ragazzino di 16 anni farsi chilometri a piedi in montagna con un contrabbasso».
Ecco perché il professore, in rappresentanza di tutti i docenti e gli alunni dell’istituto ha portato avanti una raccolta di firme per la riapertura del ponte attrezzato che ha visto la consegna in Prefettura di 300 firme. A subire il disagio sono anche altre scuole, sempre nei pressi del Conservatorio: un istituto tecnico, l’alberghiero, un istituto comprensivo. Non sarebbe inoltre questo delle scale mobile l’unico disservizio costretto a subire l’istituto di musica: «Non abbiamo una mensa né una casa dello studente. Anche per farsi un panino i ragazzi devono farsi a piedi almeno 3 chilometri e uscire fuori dall’istituto».
Il professore, infatti, è intenzionato a fare una segnalazione in merito al ministero dell’Università ed ha già contatto alcuni parlamentari per mettere in luce l’accaduto:
«Qui – conclude – non viene garantito il diritto allo studio».
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