3 minuti per la lettura
POTENZA – Le amministrazioni comunali dell’area hanno abbondantemente detto no. Molti di loro sono scesi anche in piazza nei giorni delle contestazioni allo Sblocca Italia per ribadire la loro posizione.
Ma dalla Regione, rispetto alle istanze di ricerca idrocarburi Monte Li Foi, San Fele e Muro Lucano, arriverebbe un segnale contrastante rispetto alla linea espressa dai sindaci dei comuni interessati (“Monte Li Foi”: Baragiano, Picerno, Pignola, Potenza, Ruoti, Savoia, Tito; “Muro lucano”: Balvano, Baragiano, Bella, Castelgrande, Muro Lucano, Pescopagano, San Fele; “San Fele”: Atella, Bella, Ruoti, Filiano, Muro lucano, Rapone e San Fele). Viale Verrastro che avrebbe potuto decidere subito sulle intese istituzionali, ha sostanzialmente preso tempo, inviando al Ministero dello Sviluppo le comunicazioni con cui si chiede di assoggettare le istanze alle valutazioni di impatto ambientale. Cosa che non è piaciuta a esempio all’Organizzazione lucana ambientalista, che ritiene: la Regione avrebbe potuto già negare l’intesa, assecondando la volontà delle comunità. Ma che probabilmente non piacerà neppure a molti amministratori che avevano dato parere negativo, già in fase di screening.
Soprattutto perché, chiedendo di sottoporre le istanze a valutazione di impatto ambientale, si incorre inevitabilmente nei rischi derivanti dallo Sblocca Italia. La legge approvata lo scorso novembre prevede infatti che, in materia di estrazioni, le procedure di Via attualmente in capo alle Regioni passino allo Stato, se non concluse entro il 31 marzo prossimo. Insomma, ci sarebbero solo trenta giorni per decidere sulle tre istanze che riguardano una ventina di comuni lucani.
Poi, le pratiche verrebbero trasferite direttamente a Roma, con nessuna possibilità da parte degli enti locali di dire la propria in merito. Il rischio sarebbe concretissimo, sempre che non intervenga quella sorta di “congelamento” rispetto a cui erano circolate indiscrezioni nei giorni scorsi.
Si era parlato, da parte di fonti non ufficiali ma accreditate, di una circolare ministeriale con delucidazioni rispetto all’entrata in vigore delle previsioni normative. Che sarebbero rinviate all’approvazione del Piano nazionale delle aree (una sorta di piano regolatore delle nuove estrazioni), previsto anch’esso dalla stessa legge e frutto d’intesa tra il Governo e le Regioni. Ma al momento di ufficiale non c’è nulla. Al termine fissato al 31 marzo manca ormai veramente poco.
Dopo di che, se le cose dovessero rimanere come sono, e sempre che la Regione non faccia in tempo a concludere le procedure, sarebbero i ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico a decidere, con pareri vincolanti, così come prevede l’articolo 38 dello Sblocca Italia. Per la Ola la gravità della decisione della Regione starebbe soprattutto nei tempi.
Secondo l’Organizzazione il Mise avrebbe sollecitato la Regione per il rilascio dell’intesa già dal 2012. «E solo adesso – si legge sul sito dell’associazione ambientalista – si sono decisi a rispondere alle sollecitazioni, comunicando al Mise l’assoggettamento alla Via per l’istanza idrocarburi Muro Lucano».
marlab
m.labanca@luedi.it
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA