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Il messaggio di una madre al proprio bambino, riportato sulla fiancata di una nave di cartapesta, accoglierà da oggi fino al 4 marzo 2015 a Matera i visitatori della mostra installazione sui diritti umani, allestita a Palazzo Lanfranchi dall’associazione Tolbà e dalla Cooperativa il Sicomoro, che gestiscono il progetto Sprar per rifugiati e richiedenti asilo, e realizzata con il contributo di studenti, cittadini temporaneamente reclusi nella casa circondariale e consiglieri comunali.
Una data simbolica quel del 4 marzo che porta idealmente alla nota canzone di Lucio Dalla e a un preciso riferimento a un bimbo che la gente del porto chiamava “Gesu’ Bambino”, come i tanti piccoli immigrati che dopo un viaggio di disperazione trovano serenità nella solidarietà delle sponde italiane. Il progetto, che è stato illustrato ieri mattina nel corso di una conferenza stampa presso la Sala D’Errico di Palazzo Lanfranchi, è stato possibile grazie alla disponibilità di Marta Ragozzino, Soprintendente ai Beni artistici, storici ed etnoantropologici della Basilicata, dei dirigenti scolastici e degli insegnanti delle scuole medie Torraca, di Via Fermi, Pascoli e Festa, del Liceo artistico statale Levi, dell’area pedagogica con i docenti del Ctp Pascoli, dell’ITCGA Loperfido-Olivetti all’interno della Casa circondariale, e della presidente del Consiglio Comunale Brunella Massenzio.
Alla luce dei continui naufragi che accadono ormai da decenni nel Mar Mediterraneo si è voluto fare una “seria” riflessione sulle politiche di rispetto del diritto all’accoglienza per i migranti. E’ quanto emerso ieri mattina dalle considerazioni di Graziella Cormio, presidente di Tolbà, ideatrice e coordinatrice del progetto, che si è detta orgogliosa per un’iniziativa che ha portato 450 messaggi ad intersecarsi tra loro e che hanno portato le scuole, le persone della casa circondariale a comprendere maggiormente il grande valore dei diritti umani.
“Nel corso di due incontri con le persone che sono momentaneamente detenute nella casa circondariale – ha detto la Cormio – si sono creati momenti veri ed emozionanti; pertanto; mi ritengo particolarmente soddisfatta per il risultato raggiunto”. Questo progetto presentato in un luogo in cui l’arte la fa da padrona evidenzia ancora di più la “bellezza” dell’iniziativa. E’ quanto affermato da Simonetta Guarino, portavoce del sindaco, che ha sottolineato la necessità di educare sempre di più alla difesa dei diritti umani.
L’associazione il Sicomoro ospita attualmente 42 rifugiati che hanno voluto portare la propria testimonianza nelle scuole “La città – ha spiegato Serena Vigoriti, in rappresentanza della cooperativa – risponde in modo positivo all’integrazione, soprattutto i bambini per i quali l’accoglienza diventa naturale”. Presenti all’incontro, introdotto da Silvia Padula della soprintendenza, anche i dirigenti scolastici Patrizia Di Franco (N.Festa e Liceo artistico), Isabella Abbatino (E.Fermi) e Marialuisa Sabino (Torraca e Liceo Classico ) che hanno evidenziato quanto siano importanti questo tipo di attività che aiutano a capire meglio le “differenze”, rendendole nulle, anzi diventando delle vere e proprie ricchezze, anche grazie agli insegnamenti forniti nelle scuole dall’educazione civica. Soddisfatto anche Walter Gentile della casa circondariale che ha evidenziato come sia stato interessante confrontarsi su un tema così importante”.
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