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POTENZA – Piazzate d’amore. Chi, almeno una volta nella vita, non ha dichiarato in pubblico i propri sentimenti. Sarà una piazzata d’amore, quindi, anche quella che faranno i gay, gli etero, i bisex, le lesbiche, i cittadini di Potenza oggi alle 19 in piazza Mario Pagano. L’iniziativa, organizzata dall’associazione Arcigay Basilicata è per chiedere dalla città di Potenza come in altre 29 piazze italiane «l’uguaglianza tra tutte le coppie che si amano: due uomini, due donne, uomo e donna, perchè tutti hanno gli stessi diritti», afferma Nadia Girardi, presidente dell’associazione lucana. In collaborazione con “Telefono donna” e il suo “One billion racing dance” contro la violenza sulle donne, oggi si alzeranno tanti cuori al cielo per dichiarare «lo stesso si». Un chiaro riferimento al consenso legale dei matrimoni omosessuali ma anche un sì semplicemente d’amore nel suo senso più comune e quotidiano del termine. Perché l’amore è amore. Nei suoi aspetti belli e brutti. Anche per Nadia, che è una transgender. «Sai quante volte – dice – sono stata usata e lasciata. Ma poi l’amore l’ho trovato. Adesso sono sola, ma ho vissuto il vero amore».
Com’è vivere un amore omosessuale in una città come Potenza?
«Non è facile. Potenza è una città molto di facciata, dell’apparenza. Per questo non amo i potentini, le mie storie d’amore solitamente sono con gente di fuori perché riesco a rapportarmi meglio. Certo, adesso è un po’ diverso rispetto a vent’anni fa, quando uscire con un ragazzo non era possibile».
Ci sono coppie omosessuali a Potenza?
«Certo, come no. Anche tanti ragazzini. Ma sono sempre un po’ nascosti, rintanati. Perché le difficoltà ci sono, specialmente all’inizio. Io adesso sono una donna, ma la mia trasformazione è avvenuta con il tempo. Chi si avvicina a me adesso è perché sono donna».
Quando ti sei innamorata per la prima volta?
«Avevo 19 anni e non ero così, avevo la barba, ero un uomo. All’epoca lavoravo con Tp1 e lui era un collega. Siamo stati insieme per due anni. Fino ad allora io avevo avuto solo avventure e pensavo non fosse possibile vivere una storia stabile. Passammo un’estate insieme bellissima. Poi è finita».
Perché?
«Per i motivi per i quali finiscono tutte le storie. A volte non c’è un motivo. Però lui è l’unico che mi abbia amato veramente. Io non ero ancora Nadia fuori ma dentro si. Lui si è innamorato di me come persona, per quello che ero».
E’ stata la tua unica storia?
«No, ho avuto un compagno a Potenza per 3 anni. Lui era di fuori ma viveva qui per motivi di lavoro. La nostra era una vita di coppia come tante. Camminavamo mano nella mano in via Pretoria, lui è stato a casa mia e io a casa sua. Le donne mi fermavano per farmi i complimenti e io ero orgogliosa di me, di lui, di noi».
Qual è il segreto per vivere bene nella diversità, anche e soprattutto l’amore?
«Essere sinceri. Noi non siamo diversi ma semplicemente abbiamo la determinazione di fare quello che vogliamo. E non è una scelta ma quello che siamo. L’orgoglio è questo, è dichiararlo, alla famiglia, alla società».
Qual è il messaggio che oggi, 14 febbraio, senti di mandare?
«Che l’amore è bello. Che sia lesbo, gay, marziano. Se dai amore riceverai amore».
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