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Nel 2014 il Tar della Basilicata ha registrato un andamento crescente del numero dei ricorsi depositati, passando dai 499 del 2012 ai 675 del 2013, fino ai 935 dello scorso anno (+38,5%), con un trend in linea rispetto alla media nazionale: i dati sono stati illustrati stamani a Potenza, dal presidente del Tar lucano, Italo Riggio, nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario.

Secondo Riggio, inoltre, «l’implementazione dei ricorsi non sembra influenzata dall’inasprimento dei costi necessari per accedere alla giustizia amministrativa» ma «la fiducia nei giudici non solo non è scemata, ma risulta anche rafforzata e tale da soddisfare il forte desiderio di giustizia dei cittadini».

Si tratta, ha aggiunto, «di una tendenza che rappresenta un fattore rassicurante in un momento in cui sembra prevalere, in buona parte degli esponenti politici e di governo, una sensazione di insofferenza per l’azione dei giudici amministrativi».

Sulle proposte di abolizione dei Tar, «pur propugnata da autorevoli esponenti politici» Riggio ha spiegato che «essa appare contraria al dettato della Costituzione». Sempre sui dati del 2014, invece, il presidente del Tar ha evidenziato che «il bilancio è positivo, perché sono stati definiti 1.125 giudizi da questo tribunale, con un saldo attivo pari a 190 affari» e il «buon esito è certamente dovuto al particolare impegno dei magistrati e all’indispensabile e valido apporto del personale amministrativo».

Nel 2014 su 935 nuovi ricorsi presentati, 673 sono senza richiesta cautelare.

La ripartizione per materie vede un calo delle sentenze nel settore dell’urbanistica (da cento del 2013 a 59 del 2014) e un lieve aumento per il settore degli appalti.

Per quanto riguarda le amministrazioni, il dato più elevato fa riferimento ai Comuni (32 sentenze) seguiti dalle Province (sette).

I dati quindi, ha concluso Riggio, «danno un quadro lusinghiero sotto il profilo quantitativo e qualitativo” e «l’auspicio per il 2015 è che ogni sforzo possibile venga applicato per ottimizzare la produttività»: un aspetto importante riguarda infine l’uso della tecnologia, poiché da un lato tutti i ricorsi sono stati depositati in forma digitale, «ma così non è accaduto per i documenti e per tutti gli altri atti processuali, solo 377 su 627 sono in forma elettronica».

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