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POTENZA – E’ crisi senza sosta per le imprese artigiane del potentino che anche per il 2014 hanno fatto registrare un saldo negativo: sono state solo 198 le nuove nate, rispetto alle 429 che nell’ultimo anno sono state cancellate dagli albi della Camera di Commercio. In linea con la tendenza regionale, dove la forbice è ancora maggiore. «E’ stato un altro anno da consegnare alla crisi anche se, rispetto al 2013, si attenua la durezza della selezione che da ormai sei anni sta assottigliando il comparto», dice il presidente provinciale della Confartigianato Antonio Miele cita altri dati. Per capire di cosa si sta parlando, basta pensare che, lo scorso anno, in ben 48 comuni della provincia di Potenza, non si è registrata neanche una nuova iscrizione nell’albo delle imprese artigiane tenuto presso la Camera di Commercio di Potenza. In 21 comuni c’è stata una sola iscrizione. In molti comuni, specialmente i più piccoli, stanno continuando a scomparire i mestieri tradizionali ed artistici. In solo 18 comuni su 100 è presente un calzolaio, mentre in 70 comuni non è presente la bottega del barbiere. Non è solo la crisi a essere responsabile del perdurare di questo quadro negativo.
«Con adempimenti burocratici sempre più onerosi – sottolinea Miele – con il crollo dei consumi interni, con una tassazione insostenibile, è necessario ed urgente prevedere forme di sostegno per la nascita di nuove imprese e per il consolidamento delle imprese artigiane in attività». Insomma, quello di Confartigianato è un vero e proprio sos.
I “riflettori” degli artigiani sono puntati sul disegno di legge regionale sull’artigianato che continua ad essere rinviato, un provvedimento importante per il comparto in quanto stabilisce, tra l’altro, norme e provvedimenti per le nuove attività, le botteghe scuola, il passaggio generazionale, gli incentivi all’occupazione, la tutela e la valorizzazione dell’artigianato artistico e tradizionale, i finanziamenti e i contributi per gli investimenti. Ancora, si attendono le misure sulla competitività delle pmi contenute nella Legge di Stabilità 2015 della Regione, misure che necessitano di adeguata copertura finanziaria (il capitolo di spesa ha appena 20mila euro).
A tutto questo – sostiene Miele – si aggiungono le questioni relative al lavoro abusivo che sta assumendo valori oramai insostenibili, in quanto, centinaia e centinaia di operatori, particolarmente nel settore dell’acconciatura e dell’estetica, ma si sta allargando anche in altri settori, quotidianamente si recano presso le abitazioni delle clienti, ma anche in locali non idonei, svolgendo le attività senza le prescritte autorizzazioni sanitarie e professionali. Ma nonostante la crisi, l’artigianato è serbatoio di nuove iniziative imprenditoriali.
«La volontà degli artigiani di fare impresa – conclude – non si è spenta. Ma ci vuole un carburante efficace per alimentarla. Noi abbiamo fatto e continuiamo a fare tutto il possibile. Potremmo fare molto di più se sulla nostra strada non trovassimo continui ostacoli: dal peso del fisco alle complessità burocratiche, dalle difficoltà di accesso al credito all’inefficienza dei servizi pubblici. Basti pensare alle recenti misure sui crediti Iva, split payment e reverse charge, che, per contrastare l’evasione, colpiscono le imprese oneste».
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