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«L’ennesimo rinvio di un consiglio comunale più volte annunciato su una delle riforme chiave per riequilibrare il bilancio comunale, cioè il piano trasporti, rende plastica l’idea di caos di questi giorni a Palazzo di Città», scrive Vincenzo Belmonte, coordinatore regionale della lista civica Per la città.
Contrari al rinvio del dibattito sul TPL anche i consiglieri di Fratelli d’Italia. «La macchina amministrativa del Comune di Potenza si blocca in attesa di sapere cosa tocca e a chi», fa notare Luciano Petrullo, portavoce della segreteria politica Fratelli d’Italia. «Detta in quattro soldi, a cosa serve votare a favore di un piano che razionalizza la spesa, seppur col rischio di sacrifici, se non ho la sedia assicurata?».
Sulla riorganizzazione del trasporto pubblico locale FdI aveva chiesto la convocazione di un consiglio comunale urgente. «Miracolo, il consiglio – dice sarcastico Petrullo – era stato fissato addirittura di sabato. Poi la possibilità di una nuova giunta, stile manuale Cencelli, ha reso PD e altre forze politiche più prudenti, ma per il bene della città, ci mancherebbe».
Proprio attorno alla tempistica di convocazione e discussione del piano era già scoppiato un altro caso.
Il segretario comunale, lo scorso 2 febbraio, con una nota ufficiale aveva intimato ai consiglieri di procedere con l’iter sul provvedimento: in caso contrario sarebbero stati responsabilità di un grave danno erariale per l’ente, vista la scadenza (a cui è seguita una proroga di qualche giorno) del contratto di gestione del Cotrab, il consorzio che gestisce il servizio.
Donato Nolè, presidente della quarta commissione che si è occupata della materia, ha deciso di rispondere in maniera formale. In una lettera, così, ricorda innanzitutto che al segretario non spettava quella sollecitazione: la figura del segretario comunale collabora con il consiglio, non ha potere di censura e sanzionesull’attività dei consiglieri, né in generale di un organo politico di un ente locale.
C’è poi la questione di merito che, «vista la particolarità del momento politico» e le «indegne speculazioni in seguito a quella improvida nota», merita la presa di posizione. E sia chiaro, scrive Nolè, questa lettera «è un atto politico».
Citando alcune norme e riferimenti di legge, Nolè ricorda che la responsabilità erariale non riguarda atti di indirizzo, ma gli atti di gestione che competono a funzionari e dirigenti. Per questo ai consiglieri non va imposta scadenza sull’approvazione di un piano generale. Il TPL discusso prima in commissione – che è un organismo preparatorio – e poi portato in consiglio è un atto di indirizzo politico.
sa.lo.
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