X
<
>

Share
5 minuti per la lettura

POTENZA – La Basilicata è uno scrigno di reperti archeologici di inestimabile valore.
Sempre pronta a disvelare i pilastri di appoggio dell-intero pensiero occidentale, la Lucania, culla della civiltà Magno-Greca, è un territorio dalle enormi potenzialità. Le ricerche in ambito archeologico condotte nel corso degli anni hanno ottenuto risultati eccezionali. Dietro tali successi c’è la tenacia e competenza di quanti hanno messo in campo il proprio sapere, di chi ha lavorato alacremente, catalizzando sul nostro territorio l’interesse delle comunità scientifiche internazionali. Lucani e non hanno collaborato energicamente ai fini della nascita di un sistema museale degno di vanto. Risale al 1964, infatti, l’istituzione in Basilicata della Soprintendenza per i beni archeologici, Ufficio periferico del ministero dei Beni e delle attività culturali. Negli stessi anni approda nella terra degli Enotri, uno dei pioneri dell’racheologia italiana: Dinu Adamesteanu.
Romeno di nascita, lucano per scelta, Adamesteanu segna un momento fondamentale della storia dell’Archeologia in Basilicata non solo per la portata innovativa del suo metodo di indagine, ma per la formazione di giovani studiosi che gli succedono portando avanti l’esimio lavoro iniziato. Tra questi Antonio De Siena, prima direttore archeologo Coordinatore presso la Soprintendenza, poi Soprintendente, inizia il suo cammino di alto profilo scientifico, conseguendo la laurea in lettere presso l’Università degli Studi di Lecce, con una tesi sulla Val d’Agri nel periodo Arcaico.
Il relatore è Dinu Adamesteanu e tra i due nasce subito una stretta collaborazione sulla base di interessi e passioni comuni: La Basilicata e la sua storia millenaria.
Il prossimo 11 febbraio alle 18 nel Teatro Stabile si porrà l’accento sul contributo apportato da Antonio De Siena in 40 anni di studi, si festeggerà il suo encomiabile lavoro alla presenza dei suoi predecessori e delle Istituzioni locali. L’evento è organizzato dal circolo “Silvio Spaventa Filippi”, dalla Soprintendenza per i beni archeologici di Basilicata, dal Comune di Potenza, dalla Fidapa BPW Italy sezione di Potenza e dal Rotary Club Potenza Torre Guevara. Un concerto di associazioni per un comune intento: celebrare la Lucania attraverso gli uomini che hanno contribuito a renderla tale.
Alla serata prenderanno parte il presidente della Regione Basilicata Marcello Pittella, il sindaco di Potenza Dario De Luca, Santino Bonsera, presidente del circolo Spaventa Filippi, Piero Lacorazza, presidente del Consiglio regionale, Nicola Valluzzi , presidente della Provincia di Potenza e Marta Ragozzino direttore regionale dei Beni culturali e paesaggistici della Basilicata. Seguiranno le preziose testimonianze di Elena Lattanzi, già Soprintendente per i Beni archeologici della Basilicata, Angelo Bottini già Soprintendente per i Beni archeologici della Basilicata e Massimo Osanna, Soprintendente per i Beni archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia.
«Si tratta di un festeggiamento doveroso – spiega Nunzia Armento, funzionario del Museo nazionale di Metaponto – De Siena ha vissuto tanto, ha lavorato instancabilmente contro le calamità naturali che hanno causato molte alluvioni a Metaponto. Con lui si chiude un’epoca. Gli sono grata per come è riuscito a far nascere e animare gruppi di ricerca».
«La Basilicata era nel suo destino di studioso – sottolinea Santino Bonsera – De Siena ha dato un forte impulso all’attività di tutela e controllo in Val d’Agri. Ciò gli ha consentito di chiarire molti aspetti relativi all’Età arcaica. Ha riconosciuto quanto resta dell’efficiente sistema irriguo di Metaponto. Lo scavo che gli ha fornito maggiore soddisfazione è la Torre di Satriano. L’archeologia in Basilicata è un settore meritevole di grande attenzione, dovrebbe essere uno straordinario attrattore turistico».
«Ho conosciuto De Siena quando era un giovane ricercatore -spiega Dieter Mertens, direttore scientifico dell’Istituto archeologico Germanico di Roma – ha dimostrato immediatamente di essere una persona molto in gamba e semplice. Con la supervisione di Adamesteanu, abbiamo lavorato insieme allo scavo del tempio ionico di Metaponto poi esteso all’agorà. È stata una grande sfida sul piano metodologico. Dalla melma alluvionale di Metaponto sono emersi straordinari capolavori come i Templi di Apollo e Hera. In totale sinergia abbiamo raggiunto importanti traguardi. Bisogna continuare con questo spirito di correttezza scientifica e di continuo confronto e dialogo con il pubblico».
«De Siena ha raccolto l’eredità di Adamesteanu, concentrando le sue ricerche nell’area di Metaponto – spiega Angelo Bottini – Ha lavorato in un periodo molto più difficile del mio. Sono stato Soprintendente in tempi molto diversi – dal 1975 al 1995 – c’era una maggiore disponibilità di risorse che ci ha consentito di costruire il sistema museale in Basilicata. È stata una fase dinamica in una terra in continua trasformazione anche a seguito del sisma dell’80. Temo che oggi il Ministero, a causa della riforma, non abbia più una capacità propulsiva. Senza l’intervento dello Stato Centrale o si lascia cadere la tutela, o è necessario che sia gestita autonomamente attraverso un intervento maggiore degli Enti locali. L’intervento delle autorità locali potrebbe legarsi alle risorse del petrolio. Le potenzialità in Basilicata sono ancora enormi, ma da anni la ricerca è limitata e si perdono grandi occasioni. Il sistema museale, alla luce del riconoscimento di Matera come Capitale Europea della Cultura, deve essere ancora più sostenuto».
«De Siena è energico e infaticabile come il suo maestro Adamesteanu – ribadisce Elena Lattanzi – conservo una bellissimo ricordo della Basilicata. Le colonie greche, le culture indigene, i centri romani, sono solo alcuni dei tratti distintivi del territorio. Il problema è la necessità di esercitare un attento controllo per la tutela e valorizzazione di queste testimonianze. Ho notato una maggiore consapevolezza a riguardo da parte della popolazione».
Di De Siena si è tracciato un profilo completo da cui prendere spunto per il futuro. Che sia un modello per il suo successore. Che si continui nel solco di una tradizione di studi e ricerche scaturita dall’impiego e unione delle menti migliori.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE