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E’ stata votata all’unanimità la mozione con primo firmatario Enzo Massari che chiede alla Regione Basilicata di revocare la delibera che sottolinea come «ricorrano i presupposti per la realizzazione di un impianto di compostaggio nella zona industriale di La Martella». Il Consiglio ha anche approvato l’emendamento che ha dato maggiore forza alla richiesta chiedendo espressamente all’ente regionale la revoca del provvedimento. «Gli elementi dell’impianto di compostaggio sono essenzialmente due e sono la non indispensabilità e la non sostenibilità in quell’area ed è su questi presupposti che bisogna chiedere la revoca della delibera anche perchè Matera non può avere un impianto di compostaggio che deve essere molto più vicino al sito provinciale identificato così come era stato già previsto» ha spiegato il sindaco Salvatore Adduce.
Il dibattito sulla questione è stato per la verità lungo ed articolato, non sono mancati momenti in cui la politica e la prossima campagna elettorale hanno sembrato farla da padroni rispetto ad un dibattito che si è inevitabilmente allargato anche alla questione discarica.
«La scorsa estate il primo cittadino di Matera, Salvatore Adduce, diceva che la strada da percorrere circa la Discarica della Martella era quella dell’ampliamento già autorizzato dalla Regione e che la procedura di rinnovo dell’AIA- Autorizzazione Integrata Ambientale- era in corso di definizione» spiega Augusto Toto nel suo intervento.
«La discarica è un lago di percolato e va bonificata. Questa Amministrazione di centro sinistra, pur conoscendo la situazione presente nella discarica, nonostante il dirigente abbia più volte chiesto di inserire poste in bilancio per poter affrontare l’emergenza discarica e la conseguente chiusura, non ha mai fornito alcuna risorsa e per la bonifica che per la chiusura della stessa. La discarica di Matera è una bomba inquinante a cielo aperto, questa è la verità. Ancora oggi non sappiamo, nemmeno cosa accade nel sottosuolo, perché nessuno verifica se c’è inquinamento di falda.
L’unico responsabile di questa situazione è l’amministrazione comunale, visto che la proprietà e la gestione della stessa appartiene al Comune di Matera» ha spiegato Toto. Dal canto suo il sindaco Adduce sulla questione discarica ha sottolineato: «noi stiamo lavorando per la chiusura e la discarica chiuderà. Ci sono dei giorni all’esaurimento degli spazi previsti dopo di chè la discarica sarà esaurita e noi molto tranquillamente chiederemo alla Regione dove dovremo andare a portare i nostri rifiuti.
Così come ci sarà un problema di costi di gestione per la chiusura e anche su questo siccome in quella discarica arrivano rifiuti, ancora oggi da tutta la Basilicata la Regione dovrà darci una mano, dovrà farsi carico con le risorse del piano regionale dei rifiuti di parte della gestione e della chiusura della discarica.
Poi c’è il problema del terzo e quarto settore che sono stati sequestrati e dove sono stati posti 53mila tonnellate di rifiuti non previsti, oggi ci servirà fare un abbancamento di quei settori per procedere alla chiusura e per farlo dovremo appianare quei rifiuti. Ci saranno degli altri volumi che dovranno portarci alla chiusura della discarica» ha spiegato Adduce. Naturalmente come verranno coperti questi volumi “residui” che si potranno andare a creare con le operazioni di abbancamento si addensano alcuni interrogativi ma sarà questo un passaggio che molto probabilmente risulterà più chiaro nel giro dei prossimi mesi.
Infine l’ingegner Montemurro tecnico del Comune ha spiegato tre aspetti: «Il percolato è sotto controllo ed abbiamo bisogno di chiudere i quattro settori proprio per evitare l’aumento possibile del percolato, è stato poi verificato che non è possibile spostarlo per cui stiamo predisponendo strutture per emungere in loco il percolato stesso e infine stiamo procedendo a creare le condizioni per quell’opera di biostabilizzazione che è necessaria nell’area».
p.quarto@luedi.it
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