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TRA le accuse nei confronti del sindaco di Melfi, del capo dell’ufficio tecnico Bernardino D’Amelio, dell’ex vicesindaco Rinaldo Di Ciommo, del consigliere comunale Antonio Sassone e di suo cognato c’è anche quella di aver turbato le procedure per una piccola commessa da 10mila euro. Questo sarebbe stato il «lecca lecca» per Sassone di cui parla l’ex vicesindaco in una conversazione con D’Amelio intercettata dagli investigatori. Un contentino che sarebbe servito per compiacere Sassone alla vigilia del voto sul bilancio in consiglio. Di seguito alcuni stralci del verbale dell’interrogatorio di garanzia di Valvano in cui il primo cittadino spiega che in realtà il «lecca lecca» andrebbe inteso come un contentino politico, tipo «la presidenza di una commissione».
GIUDICE, sulla, diciamo… sul contenuto di questa conversazione ovviamente non… più sul contenuto folcloristico, diciamo di queste frasi che ho letto nell’ordinanza, io credo che Di Ciommo abbia sovrapposto questioni diverse: una è la vicenda politica delle relazioni che ci sono nella maggioranza e l’altra è una vicenda di normale, ordinaria amministrazione, che sono completamente slegate come… (…) Cioè che Sassone fosse… come dire? In gergo si dice “in fibrillazione” nei rapporti con la maggioranza, è un fatto notorio, ma è notoria anche la ragione (…) Era la chiusura del Tribunale di Melfi. (…) Poi c’è un altro argomento altrettanto vero (…) La città, tutta l’edilizia, in Basilicata e in Italia, è praticamente morta tra il 2012 e il 2013 (…) A fronte di questa condizione generale, di cui lei deve tenere conto perché altrimenti non si capisce, i vari consiglieri comunali – tutti, non solo il consigliere Sassone – erano sempre lì a riportare: “E’ venuta l’impresa Tizio…” (…) Io deduco, al di là del colore di quelle frasi, di cui ovviamente non so… né mi permetto di giudicare, ma conosco Rinaldo Di Ciommo e so che è persona assolutamente affidabile, oltre ad essere persona di legge, come si suol dire, è persona assolutamente affidabile, e credo che genuinamente, anche nel rapporto di confidenza con il responsabile dell’ufficio, abbia voluto rappresentare in un’unica… mettendo assieme concetti anche simbolici, questioni che hanno genesi completamente, totalmente lontane (…) Si parlava esclusivamente del ruolo di consigliere nell’ambito della maggioranza, quindi del Consiglio comunale. Poteva essere la presidenza di una commissione, cioé un rapporto politico (…) Una funzione, un ruolo, un rapporto all’interno della maggioranza. Non una cosa che ha un legame con il Comune o con gli uffici del Comune nella maniera più assoluta (…) Io poi ho letto questa frase direi goliardica che naturalmente serve… di Di Ciommo, che forse voleva rendere un’immagine, un’idea, no? (…) Però mi astengo, non ho mai giudicato nessuno da un punto di vista morale e ritengo che non sia compito mio – parlo per me – fare valutazioni di ordine morale. Ma che da questo potesse… Poi c’è una questione di assoluta inopportunità sul piano etico, anche sul piano politico, di tenere questo tipo di comportamento, e questo lo condivido appieno, però in quella intercettazione io non posso sapere, e quindi non riferire, di qual era la natura (…) Se Sassone avesse preso – non lo ha mai fatto lui personalmente lui o imprese a lui vicine – cento o mille lavori, non si sarebbe nella maniera più assoluta sanata una questione che è tutta quanta politica. E’ un’interpretazione che io giudico sul piano… né etico né morale, ma politico, assolutamente sbagliata del vicesindaco, che si fa carico della mia richiesta dell’anno precedente e di dire: “Guarda, cura i rapporti con Sassone”.
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