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POTENZA – Esclusi i secondi classificati, e scavalcati di diritto i primi, sarà l’associazione tra Cantieri Costruzioni Cemento spa di Musile di Piave e i lucani Antonio e Raffaele Giuzio srl, di Potenza, e Ferrara snc, di Policoro, a realizzare i lavori di «ristrutturazione dell’adduttore idraulico San Giuliano-Ginosa».
Lo ha deciso il Consiglio di Stato con una sentenza depositata nei giorni scorsi che ha rovesciato due distinte decisioni del Tar Basilicata sull’appalto da quasi 22 milioni e mezzo di base d’asta bandito dal Consorzio di bonifica del Bradano e Metaponto nel 2006. E tuttora al palo.
L’aggiudicazione a favore della Borio Giacomo srl di Borgario Torinese e dei soci della Edilcostruzioni srl era arrivata a febbraio del 2013. Ma secondo i giudici di Palazzo Spada sarebbe stata “viziata” da una serie di errori precedenti da parte della commissione di gara. In particolare la riammissione della seconda classificata, l’associazione tra Sipa srl, Albergo Appalti srl, Galasso Costruzioni sa. e Consorzio Appaltatori Riuniti.
I magistrati hanno censurato che tra le società del gruppo Sipa ci sia stato un avvicendamento in violazione del «generale divieto di modificazione della composizione soggettiva dei raggruppamenti temporanei».
E a nulla, in proposito, può valere «l’insistito accento posto dalla sentenza appellata sulle peculiarità della procedura, caratterizzata da un’anomala dilatazione dei tempi, con le conseguenze in tema di conferme delle offerte e di rinnovi delle garanzie».
Di qui l’accoglimento del ricorso di Ccc, Giuzio e Ferrara, acui «va altresì disposta l’aggiudicazione (…) mentre non vi è ragione di pronunciare sulla domanda di risarcimento dei danni per equivalente che è stata presentata solo in via subordinata».
La sentenza del Consiglio di Stato non spiega nel dettaglio i motivi per cui disporre l’aggiudicazione, ma nel ricorso iniziale erano stati diversi quelli prospettati dai terzi arrivati, nuovi vincitori. A partire da una corretta attribuzione dei punteggi per le offerte presentate che da sola avrebbe sovvertito l’esito della gara. Moviti comunque respinti anche dal Tar Basilicata per cui il presidente della commissione giudicatrice non aveva «introdotto alcun nuovo elemento di valutazione», i punti risultavano attribuiti in maniera congrua, e l’ultima censura risultava addirittura ininfluente.
Il progetto originario dei lavori prevedeva l’intubamento dell’adduttore Bradano per circa 8 chilometri e mezzo e dell’adduttore San Marco Venella, per oltre 9 chilometri con tubazioni in acciaio di diametro anche superiore a 2 metri, la ristrutturazione del canale a pelo libero per circa un chilometro e mezzo, «la ristrutturazione della galleria iniziale dall’invaso di San Giuliano al Ponte Santa Lucia e infine le opere accessorie per garantire maggiore funzionalità e sicurezza alle opere stesse».

l.amato@luedi.it

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