3 minuti per la lettura
LE infrastrutture restano la prima cartina di tornasole delle scelte che Matera dovrà fare da qui al 2019. Molti i campi sui quali la partita di una capitale europea della cultura si gioca ma per Matera e per la Basilicata quella infrastrutturale è certamente la principale. E allora incassata la disponibilità del viceministro Nencini a potenziare la linea ferroviaria e indicate una serie di priorità di sviluppo del territorio il vero esame di queste ore riguarda il caso Bradanica.
Cioè il completamente del primo tratto dell’arteria che da Matera porta fino alla dorsale adriatica ed all’autostrada A14. Il primo tratto è proprio quello che interessa la città di Matera ed al momento il rischio di un’impasse nei lavori dell’opera continua ad essere quantomai reale, concreto.
Anche l’incontro di ieri mattina presso la Prefettura di Matera non ha sciolto le riserve ed ha lasciato le criticità esistenti tra azienda, Aleandri e Anas pressocchè immutate. Una situazione da risolvere al più presto che ha impegnato la stessa prefettura ma anche il Comune di Matera e la Regione Basilicata ad attivarsi al più presto per chiedere la convocazione di un tavolo nazionale al Ministero delle Infrastrutture che possa affrontare ed eventualmente sciogliere i nodi successivi alla cessione di ramo d’azienda che ha permesso ad Aleandri di subentrare nei lavori e definire un cronoprogramma chiaro di interventi per arrivare al più presto possibile al completamento dell’opera.
Un’opera che, questo è il vero elemento sintomatico della vicenda, è coperta finanziariamente ma rischia per una serie di motivazioni di non arrivare mai a compimento. Con ricadute anche gravi e pericolose nei confronti dei 40 lavoratori che sono impegnati lungo quel tratto e senza considerare le innumerevoli difficoltà che si hanno per raggiungere la città dalle aree vicine proprio in virtù di questa situazione.
Piccoli e grandi problemi concatenati che però risiedono essenzialmente nella necessità di completamento in tempi rapidi dell’opera.
«Speriamo che la convocazione di un tavolo nazionale possa permettere all’Anas ed all’azienda di darsi le risposte necessarie per arrivare ad una soluzione della vicenda definendo un nuovo calendario di scadenze ed impegni che permetta al più presto il completamento dell’opera» spiega al “Quotidiano” Franco Pantone della Filca Cisl che mostra una certa preoccupazione per quanto sta avvenendo ma anche la convinzione che solo un livello nazionale può decidere di dribblare le incognite di ordine burocratico-amministrativo che rallentano la definizione dell’opera ed indicare una strada chiara che porta al suo completamento.
«Facendo anche leva ed è quanto ci auguriamo sull’importanza che questo tipo di interventi hanno per una città come Matera che non solo si pone a livello nazionale per il titolo ottenuto ma che dovrà anche lavorare per superare questo gap infrastrutturale per essere a pieno titolo una capitale europea della cultura».
Nei giorni scorsi l’incontro confortante con il viceministro Nencini e l’appello per la creazione di una task force infrastrutturale del segretario provinciale della Cisl Amatulli hanno riportato alta l’attenzione generale su questo tipo di questioni.
Del resto proprio di gap infrastrutturale, di ferrovia ma anche di miglioramento dei collegamenti autostradali si è molto parlato nelle ultime settimane come di vere e proprie priorità a cui la città di Matera ha bisogno di dare risposta nell’ottica del suo ruolo anche in prospettiva futura.
p.quarto@luedi.it
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA