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SI capisce subito chi è l’uomo – ovviamente ben informato su tutti – che in pochi minuti restituisce una prospettiva nuova con la quale guardare la città. Non è un caso che Giuseppe Gualtieri sia sbarcato in Basilicata. Non è soltanto il giro di valzer del Viminale. Potenza città in crisi? Ma anche una città a benessere crescente.
“E quando c’è una crescita bisogna che ci siano sentinelle”. Potenza città senza mafia? “E’ un capoluogo di regione centro di potere”. Non c’è la grande criminalità? “Bisogna evitare che l’attenzione per la microcriminalità distragga gli investigatori dai grandi affari”. La prospettiva investigativa? Il Palazzo, la corruzione. Ma, attenzione, e questa è l’esperienza dello sbirro di lungo corso che conosce il significato delle parole.
Se il fiuto ti fa intuire dov’è il bene e dove il male, è altresì vero che le due cose non sempre sono così nette. “Prendete Caserta, per esempio”. Caserta, ultimo fronte da dove arriva Gualtieri. I casalesi, la terra dei fuochi, tutto il male possibile e raccontato non può oscurare le forze positive di un territorio. E sarà così anche per Potenza. La crescita c’è, con le disuguaglianze sociali, certo, ma c’è. Dove c’è crescita ci sono appetiti.
Bisogna fare in modo (e qui il ruolo di chi racconta la città, cioè noi) che un aspetto non oscuri l’altro. Essere vigili ma avere il coraggio di guardarsi intorno per accorgersi dei punti di forza. E allora ti chiedi perchè il poliziotto che arrestò Bernardo Provenzano arriva quissù. No, non è una vacanza lavorare a Potenza. La Basilicata e il suo capoluogo sono in questo momento centrali nella valutazione del Viminale e dunque dello Stato. Sembra proprio che Gualtieri sia l’uomo giusto che arriva al momento giusto nella città della bancarotta.
l.serino@luedi.it
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