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CORLETO PERTICARA – Continua la guerra a colpi di carte bollate tra Total e i Comuni dell’area. Non è la prima volta che la multinazionale petrolifera che sta costruendo il centro oli di Tempa Rossa si scontra con le amministrazioni comunali. Stavolta al centro della questione c’è la questione degli oneri di urbanizzazione. Il Comune di Corleto in pratica ha chiesto 2 milioni e 300mila euro circa come oneri di urbanizzazione. Total, però, non ha intenzione di farlo. In pratica il comune ha imposto la tassa a 10,01 euro al metro quadro su un’area vastissima. Un prezzo tre volte più alto dell’indennità di esproprio al mq pagato ai proprietari dell’area che ammonta a 2,5 euro al metro quadro.
Sulla questione è il Tar che dovrà pronunciarsi.
Lo farà a giungo del 2015, quando il tribunale amministrativo si pronuncerà definitivamente sulla questione. Per ora il Tar ha prodotto solo un’ordinanza che fissa l’udienza. Al centro ovviamente ci sono i terreni del centro oli Tempa Rossa. Total in questo caso chiede l’annullamento della richiesta di pagamento degli oneri di urbanizzazione già contenuta nel permesso di costruire.
In pratica viene richiesto di cancellare la cifra astronomica. In particolare Total chiede l’annullamento della parte in cui viene prescritto il pagamento del costo di costruzione prima dell’inizio dei lavori per singolo lotto. Ma il comune di Corleto ha anche prodotto altra documentazione.
Una di queste in pratica diffida Total al pagamento entro quindi giorni della somma.
Diffida che si è ripetuta il primo dicembre 2014. Tutto questo mentre è ancora in vigore nell’area la “sospensione della circolazione stradale per tutte le categorie di veicoli e pedoni lungo la Strada Comunale Montagnola ST 304 da “Serra D’Ievoli” a innesto strada comunale Perticara denominata (pista da sci), dal giorno 19 gennaio 2015 fino alla data del termine effettivo dei lavori e comunque non oltre il 2 Marzo 2015”.
NON E’ LA PRIMA VOLTA – Tra Total e le amministrazioni di Corleto non corre affatto buon sangue. Poco tempo fa la battaglia era tutta concentrata sulla ristrutturazione del pozzo Tr1. Lì il Comune ha chiesto 79mila 056,33 euro in cambio del permesso a costruire del pozzo di petrolifero Tr1.
La società multinazionale francese non ha mai visto di buon occhio questa richiesta da parte del Comune in quanto ha sempre considerato la propria attività «attività di ristrutturazione edilizia senza aumento del carico urbanistico di una esistente attività estrattivo – industriale inclusa nel programma di infrastrutture strategiche».
Il Tar, in merito alla questione, si è pronunciato a settembre dello scorso anno, respingendo il ricorso della Total specificando chiaramente che «non sussistono anche le condizioni, di esonero dal contributo (…), sia perché l’attività di estrazione e trasformazione del petrolio non può essere qualificata come “un’opera pubblica o di interesse generale”, ma consiste nello sfruttamento di una pubblica risorsa naturale, sia perché la società ricorrente non è un Ente Pubblico, ma un soggetto privato che esercita un’attività imprenditoriale lucrativa, anche se di rilevanza sociale».
La linea del tribunale amministrativo è chiara: non sono opere pubbliche le attività estrattive, ma lucrative.
v.panettieri@luedi.it
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