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PISTICCI – Arriva la pioggia, si spegne il Dirupo. Una vecchia storia, non antica come l’origine del rione più caratteristico di Pisticci, ma datata il giusto per rappresentare un vero e proprio disagio di fronte al quale i residenti danno sempre maggiori segnali di insofferenza.
E così, stufi di attendere invano una soluzione al problema, alcuni cittadini hanno messo in atto una protesta nel tentativo di richiamare l’attenzione sul loro disagio. E’ accaduto lo scorso weekend, in prima serata, quando piazza La Salsa ed alcune stradine circostanti sono state addobbate con numerosi lumini di cera.
Un po’ come a voler dire che quello è l’unico modo per vederci qualcosa fra le stradine del centro storico, almeno fino a quando l’impianto elettrico non verrà riparato a regola d’arte. Sembra sia fatiscente o quantomeno molto suscettibile all’acqua ed all’umidità. Basta poco, molto meno dell’acquazzone di della scorsa settimana, per mandarlo in tilt. Se poi la pioggia è intensa, le probabilità di ritrovarsi al buio aumentano. L’ultimo episodio, non a caso, si è verificato nel corso del recente temporale.
Alle prime gocce d’acqua l’impianto è saltato come al solito e l’intero rione è rimasto avvolto dall’oscurità, con tutti i disagi che l’assenza di luce esterna può comportare. A dire la verità, proprio nella serata in cui è stata inscenata la protesta, l’impianto elettrico di pubblica illuminazione aveva ripreso a funzionare ed il rione si presentava regolarmente illuminato, eccezion fatta per piazza La Salsa. Abitanti del posto, infatti, segnalano che quello della zona della piazza famosa per gli spettacoli estivi presenta un problema a sè stante. In pratica l’illuminazione da quelle parti, non funziona anche quando è accesa nel resto del rione. Un disservizio maggiore e più frequente, insomma, sul quale non a caso è stato orientato il faro della protesta. Con questi presupposti, è comprensibile lo scetticismo nell’efficienza delle istituzioni che problemi come quelli di un impianto elettrico esterno dovrebbero riuscire a risolverli in tempi congrui. Ma da queste parti, nonostante impegni, promesse ed interventi tampone dei governi di turno, una soluzione tecnica stabile e duratura non è mai stata trovata. L’auspicio è che la rimozione del decreto del rione, in grado di creare un alone di speranza, possa accelerare quantomeno gli interventi basilari per il rilancio del centro storico. Diversamente non resta che continuare ad accendere ceri un po’ per far luce fra le viuzze oscure ed un po’ come voto a qualche Santo che, almeno, possa tenere a bada la pioggia. Fuor di battute, è evidente che, oggi più di ieri, risulta quantomai prioritario prendere un impegno concreto per la soluzione definitiva di questo annoso problema. Anche al fine di offrire un primo segnale, nel tentativo di dar seguito ai buoni propositi conseguenti alla recenti novità normative riguardanti questa porzione di centro storico, non più soggetta all’obbligo di essere trasferita.

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