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POTENZA – Per gli inquirenti l’architetto Bernardino D’Amelio era il perno di «un ben sperimentato e consolidato sistema di malaffare esistente all’interno del Comune di Melfi». Ma il primo cittadino eletto, Livio Valvano, aveva così tanta fiducia in lui da premiarlo con un nuovo incarico e un aumento di stipendio da quasi mille euro al mese. Appena un anno prima del blitz che ha portato entrambi agli arresti.
A evidenziare l’ennesima stranezza nella gestione del Comune federiciano è sempre il gip di Potenza Tiziana Petrocelli, che giovedì mattina ha interrogato l’architetto in carcere da 5 giorni e lunedì farà lo stesso con Valvano, che è anche segretario regionale dello Psi.
«Sebbene le attività lavorative di D’Amelio fossero, come si è già visto nel corso di tutti gli accertamenti di indagine, piegate al raggiungimento di obiettivi illeciti e affaristici completamente opposti a quelli della pubblica amministrazione – scrive il magistrato nella sua ordinanza di misure cautelari – il Comune di Melfi non esitava a “premiare” il lavoro svolto da D’Amelio. Infatti con il decreto numero 11 del 27 febbraio 2014 il sindaco del Comune di Melfi, Livio Valvano, nel confermare l’architetto Bernardino D’Amelio nella posizione organizzativa di responsabile dell’area “Infrastrutture e mobilità” con decorrenza dall’1 gennaio 2014 al 31 dicembre 2014, nominava lo stesso anche responsabile dell’area “Territorio e ambiente” a far data dalla notifica del provvedimento, riconoscendo allo stesso un incremento economico annuo della retribuzione pari a 12.911 euro, da corrispondere nell’assegno mensile nella misura di un 1/13 del totale».
«Nel corpo del provvedimento – prosegue il gip sulla scorta dell’informativa redatta dagli agenti della Squadra mobile di Potenza, coordinati dal pm Francesco Basentini – il sindaco assumeva che tale riconoscimento era stato adottato per “corrispondere alle primarie esigenze di razionalizzazione, di efficienza e di efficacia degli uffici e dei servizi e nel contempo garantire un coordinatore unico referente per le problematiche comunali di gestione del territorio”. Seguiva qualche giorno dopo, in data 14 marzo 2014 l’approvazione da parte della giunta municipale della delibera numero 35 con la quale si procedeva alla modifica e all’assestamento della dotazione organica comunale con la conseguente unificazione dell’area “Infrastrutture e mobilità” con l’area “Territorio e ambiente” e la creazione dell’area “Infrastrutture, mobilità e ambiente”».
Intanto non risulta ancora notificata la decisione sull’istanza di liberazione presentata dal legale di D’Amelio al termine dell’interrogatorio di garanzia. Un interrogatorio in cui l’architetto aveva fatto diverse concessioni all’accusa, provando d’altro canto, a riportare le contestazioni nei suoi confronti a semplici «leggerezze» dovute ai rapporti di familiarità instaurati con alcuni imprenditori che ogni giorno bussavano alle porte del Comune.
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