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CASTELLUCCIO SUPERIORE – «L’inchiesta della Procura della Repubblica di Lagonegro che vede coinvolti alcuni lavoratori del nostro ente e un paio di nostri concittadini non mette alla luce un nuovo modello Melfi, anzi è una batosta per tutta la comunità, che ci ha lasciato scossi e increduli perché sinceramente non ce lo aspettavamo e non lo meritiamo: ci è caduto il mondo addosso, perché la corruzione non fa parte del nostro abito culturale; anzi, noi buttiamo il sangue nella nostra attività, non siamo abituati nemmeno a pensarle certe cose e speriamo che tutto si chiarisca al più presto, perché conosco personalmente le persone coinvolte e ne apprezzo l’operato, e sinceramente mi sembra strano ed improbabile che possano aver commesso atti illeciti». È questa la prima riflessione a caldo, concessa in esclusiva al nostro giornale, del sindaco di Castelluccio Superiore Egidio Salamone (nella foto), che ribadisce il proprio turbamento e garantisce l’assoluta correttezza nella gestione amministrativa della sua giunta, anche se ammette che «è possibile che qualcosa non abbia funzionato e che siano stati commessi degli errori o delle leggerezze dovute a superficialità». I fatti in questione, avvenuti tra il 2011 e il 2013, riguardano l’assegnazione e la gestione degli appalti per numerosi lavori pubblici – tra cui quelli di ristrutturazione di Casa Pizzo, sede del municipio – e l’assegnazione per le consulenze dei relativi progetti e per la gestione della sicurezza nei cantieri: 37, complessivamente, le notifiche di chiusura di indagine e di fissazione dell’udienza davanti al Gip emesse dal Procuratore Vittorio Russo e consegnate dai carabinieri a politici, amministratori, tecnici e imprenditori dell’area sud della Basilicata: tra di loro, i due impiegati Francesco Roberto e Adriano Conte, oltre a Eugenio Pasini, ex assessore all’istruzione di Castelluccio che secondo gli inquirenti sarebbe «la figura centrale di un’associazione a delinquere finalizzata alla distrazione di fondi pubblici, che aveva il controllo anche dell’ufficio difesa del suolo del comune di Lagonegro e cui vengono contestati reati che vanno dal falso ideologico alla truffa aggravata ai danni dello stato, passando dalla rivelazione di notizie all’abuso d’ufficio, fino alla turbata libertà del procedimento di scelta del contraente». Primo cittadino dal 2008 con una lista civica di marca Pd, riconfermato nelle scorse elezioni con un consenso di più dell’80%, Salamone ha grande familiarità con Pasini, di cui tesse le lodi, ha grande stima e si affanna a sottolineare «la dovuta presunzione di innocenza. Sono molto amareggiato e confuso – afferma il sindaco – e non le nascondo che questo è un momento molto difficile, anche se siamo fiduciosi nella magistratura e consapevoli che a monte di tutto ciò non ci sia nessun disegno criminoso. Per parte nostra aspetteremo di leggere le carte processuali e poi deciderò insieme alla segretaria se e in che modo avviare una procedura amministrativa a seguito di un’indagine interna nei confronti del nostro personale. Del resto siamo stati tra i primi in Italia a dotarci di un albo delle varie figure professionali disponibili, corredato da un elenco di aziende di fiducia dell’ente, che abbiamo seguito rigidamente nella assegnazione di lavori e consulenze; e da quello che mi risulta non c’e nessuno che sia stato svantaggiato».
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