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IL PORTAVOCE del movimento 5 Stelle alla Camera e membro della commissione di vigilanza della Rai, Mirella Liuzzi, lancia l’accusa al governatore Pittella sullla questione del raddoppio petrolifero. Il pretesto sono le polemiche scoppiate all’indomani della trasmissione “Alle falde del Kilimangiaro”, a partire dalla lettera inviata proprio dal governatore al direttore della trasmissione parlando di violazione «delle più elementari regole deontologiche del giornalismo».
La Liuzzi parte da qui: da un presidente «rinviato a giudizio con l’accusa di peculato e amico dei petrolieri così come i suoi predecessori. Nella lettera, il governatore tenta di convincere che il raddoppio delle trivellazioni non interesserà la Basilicata; purtroppo le cose non stanno proprio così. A sostegno di ciò, basta leggere la documentazione rilasciata da Wwf, Legambiente, Greenpeace, Aspo Italia e tanti altri, presente agli atti del Parlamento e, se non dovesse bastare, potrebbe essere utile leggere anche la relazione allo Sblocca Italia presentata dallo stesso Governo Renzi».
Si parte dall’articolo 36 «pericoloso – dice la Liuzzi – tanto quanto l’articolo 38» Nella relazione del Governo su questo passaggio dello Sblocca Italia si legge: «L’articolo, intervenendo sull’estensione dal patto di stabilità relativamente alle spese sostenute per fini specifici dalle Regioni che corrispondono agli importi incrementali delle royalties, è teso di fatto a favorire lo sviluppo delle risorse energetiche nazionali sbloccando gli investimenti privati in programma da anni nel settore. Scopo dell’intervento normativo è quello di accelerare il processo decisionale di autorizzazione allo svolgimento delle attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi, di competenza concorrente, in base al titolo V della seconda parte della Costituzione, tra Stato e regioni».
«Dunque – insiste la parlamentare – favorire il processo di autorizzazione, vuole dire favorire la presenza di nuovi pozzi e quindi, di aumentare il numero dei barili inesorabilmente.
Riguardo proprio ai barili estratti, non è ammissibile citare un ordine del giorno presentato alla Camera: di ordini del giorno sono pieni i cassetti del Parlamento sui più improbabili argomenti, ovviamente mai rispettati. A titolo di esempio, il Governo nella legge di stabilità dopo aver bocciato un mio emendamento con lo stesso contenuto, ha accolto un ordine del giorno a mia prima firma in cui si chiede l’adeguamento delle tariffe italiane dei canoni di concessione per le compagnie petrolifere al resto d’Europa (generalmente tutte più alte rispetto all’Italia). Ma sappiamo bene che tale accoglimento non verrà trasformato in realtà».
C’è una lista lunga di interrogazioni che la Liuzzi ha presentato in vigilanza Rai «concernenti proprio il trattamento di temi ambientali e petrolio da parte del servizio pubblico». Atti presentati su programmi «particolarmente compiacenti». C’è “Petrolio”, «dal titolo già di per sé opinabile, è stato oggetto di due interrogazioni a mia prima firma. Il programma ha recentemente mandato in onda un servizio intitolato “Un mare di energia: l’Adriatico” dipingendo le trivellazioni belle e salutari per l’uomo e per la natura, senza alcun tipo di contraddittorio. Ho presentato un’interrogazione sul programma “Linea Blu” che, in un servizio sulla città di Sciacca ed il suo mare, ha censurato un’intervista registrata e mai andata in onda del Comitato “Stoppa la Piattaforma” e sostituita da un’altra intervista di un geologo pro-trivellazioni».
«Mi sarebbe piaciuto vedere la stessa indignazione del Presidente della Regione anche in quelle e in tante altre occasioni oppure nella più recente inchiesta della Procura Antimafia potentina riguardo lo smaltimento dei rifiuti petroliferi».
Per questo «Mi sarebbe piaciuto – conclude la Liuzzi – avere un Presidente che con intelligenza ed onestà, ragionasse sul fatto che ad oggi le riserve accertate di gas e petrolio presenti nel sottosuolo Italiano ammontano in totale a circa 130 Mtep e che il raddoppio della produzione di idrocarburi in Italia significherebbe arrivare a fornire 24 Mtep/anno (gas + petrolio). Dunque, una produzione raddoppiata sarebbe possibile per soli 5 anni.
Eppure al di là di tutto, mi sarebbe bastato un Presidente della Basilicata coraggioso che, come in altre Regioni, impugnasse il decreto Sblocca Italia».
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