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LA DENUNCIA che arriva in redazione, e che per ovvi motivi resta anonima, ancorchè firmata, è nei confronti dei comuni di Rivello, di Trecchina e di Nemoli che hanno un servizio associato di Polizia Municipale.
Un nostro lettore, un trentenne laureato e disoccupato, “come altre migliaia di giovani come me in Italia” – ci scrive – sta provando da due anni ad entrare in un corpo di Polizia Municipale in un posto qualsiasi in Italia.
“Questi tre comuni – ci segnala il giovane – hanno pubblicato negli ultimi giorni di dicembre scorso, un bando pubblico per l’assunzione di agenti di polizia municipale a tempo determinato, soltanto sul loro sito istituzionale e nell’albo pretorio e non anche nella Gazzetta Ufficiale “Sezione concorsi”. Così facendo, però, hanno violato i dettami della nostra Costituzione, della legge e non da ultimo sono andati perfettamente in senso contrario a varie recenti pronunce della Corte di Cassazione che hanno fatto obbligo alle Pubbliche Amministrazioni di pubblicare sulla Gazzetta Ufficiale i concorsi e le selezioni pubbliche, per renderle il più possibile conoscibili a tutti”.
Oltretutto, nel bando ci viene segnalata la concessione “di un tempo limitatissimo per partecipare al concorso pari a soli 15 giorni, quando quello rdinario è pari a 30”.
Ci sarebbero le possibilità di fare un ricorso, ma il nostro interlocutore è perso quasi la volontà di “ribellarsi”: «Tante volte mi sono scontrato con alcune pratiche poste in essere da alcune amministrazioni locali, che vanno contro ogni logica e, soprattutto, contro la legge vigente.
Purtroppo però, i costi per proporre ricorsi sono altissimi e, di conseguenza, la spuntano sempre loro».
Nella sostanza, dando per scontato che un cittadino non può cliccare sul sito di tutti i comuni italiani ogni giorno, un caso analogo è accaduto qualche settimana fa al comune di Sorrento. Anche lì il Dirigente aveva pubblicizzato la selezione pubblica soltanto nel sito web del comune. Dopo la denuncia a mezzo stampa il dirigente campano è stato costretto a rispettare la legge, riaprendo i termini del concorso e pubblicarlo sulla Gazzetta Ufficiale.
Chissà non possa accadere anche in Basilicata la stessa cosa, riconsegnando ai possibili candidati la speranza di accedere al pubblico concorso.

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