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La Commissione europea ha risposto ad un’interrogazione del portavoce eurodeputato del M5s Piernicola Pedicini sulle conseguenze dell’incidente verificatosi il 21 agosto 2014 all’impianto Itrec di Rotondella in provincia di Matera.
L’allarmante episodio riguardò la fuoriuscita di liquido dal monolite in cemento armato contenente rifiuti radioattivi che fu realizzato nei primi anni settanta nel sito di stoccaggio nucleare situato nel comune della costa jonica lucana. Il monolite si trova interrato a sei metri di profondità.
Pedicini aveva presentato l’interrogazione dopo aver appreso che a seguito dell’autodenuncia e delle analisi della Sogin (Società Gestione Impianti Nucleari), dell’Ispra (Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambientale) e dell’Arpab (Agenzia ambientale Basilicata) era stato confermato che nel liquido fuoriuscito era stata riscontrata una concentrazione di cesio 137.
Pedicini aveva chiesto conto sulla qualità del materiale radioattivo, sui lavori del progetto di bonifica, sull’esistenza di un piano di emergenza.
«La Commissione – scrive l’europarlamentare – ha risposto con una nota estremamente prudente e rassicurante suddivisa nei seguenti tre punti».
Questo il testo delle risposte:
1. Alla Commissione non sono pervenute informazioni specifiche in relazione a elementi radioattivi che sarebbero presenti nel deposito sotterraneo di stoccaggio dell’Itrec a Rotondella. Tuttavia l’Italia non ha alcun obbligo di comunicare tali informazioni. A norma degli articoli 35 e 36 del trattato Euratom, l’Italia è tenuta a comunicare, con cadenza annuale, i dati sui livelli di radioattività nell’aria, nell’acqua e nel suolo. I dati generali trasmessi dagli Stati membri alla Commissione consentono a quest’ultima di avere il quadro generale della radioattività presente in ciascun Paese. La contaminazione accidentale deve essere tuttavia comunicata alla Commissione tramite il sistema di emergenza quando sono adottate misure per proteggere la popolazione. Per quanto riguarda il caso cui fa riferimento l’interrogazione parlamentare di Pedicini, tutte le informazioni rese pubbliche dalle autorità italiane inducono a concludere che non vi sia stato alcun impatto radioattivo sui lavoratori, la popolazione e l’ambiente.
2. Spetta alle autorità competenti italiane assicurare che gli interventi di decontaminazione siano condotti nel rispetto delle norme fondamentali di sicurezza. Inoltre a norma della legislazione Ue sulla sicurezza nucleare, le autorità italiane devono assicurare la messa a disposizione di tutte le informazioni relative alla sicurezza degli impianti nucleari. Dalle informazioni disponibili si desume che Sogin, la società incaricata della disattivazione, abbia reagito in tempi rapidi per contenere e risolvere il problema e abbia tenuto informate le autorità competenti.
3. La disposizione della direttiva europea 96/29 relativa all’obbligo di mettere a punto piani di emergenza è stata recepita dall’Italia nel diritto nazionale. Tale obbligo è stato ampliato dalla direttiva 2013/59, il cui recepimento deve avvenire entro il 6 febbraio 2018.
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