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L’inizio dell’anno si apre con una grande notizia per la Basilicata.

Mille posti di lavoro alla Sata, tutte nuove assunzioni, è roba sulla quale nessuno avrebbe scommesso. In verità, nei mesi scorsi, quando tutti erano scettici, questo giornale ha ampiamente previsto quello che stava per succedere (ringrazio Giuseppe Tralli per l’aiuto).

Fine della cassa integrazione, mano tesa ai lavoratori che hanno perso occupazione negli altri stabilimenti di Cassino e Pomigliano, nuove assunzioni fresche, non dieci, venti…Mille. Lo ha annunciato ieri Marchionne aggiungendo che è il regalo di compleanno per Renzi.

Se ne avvantaggia indubbiamente anche Pittella. Esattamente come, in maniera opposta, ha subito l’onda della contestazione per le scelte di Renzi sulla questione petrolio. Non so quante alte regioni potranno dire di trovarsi nella stessa identica, fortuna coincidenza.

A questo punto è lecito pensare anche che il jobs act sia stato concepito con tempi e forme finalizzate al piano che ha illustrato l’ad del Lingotto. Perchè i nuovi contratti saranno a tutela crescente secondo le esigenze della produzione. Se c’è lavoro si lavora.

Siamo dentro a una crisi enorme, vedere una prospettiva di futuro non è poco. Ricordiamo che gli ammortizzatori sociali li paga la collettività. Marchionne è ottimista, fa previsioni rosee per il 2015.

Questo significa che l’industria, la grande industria, è ancora in grado di creare posti di lavoro. Attorno alla Sata si muove l’indotto. E’ verosimile che aumenterà la domanda di lavoro anche lì.

Una notizia che non possiamo trascurare nella valutazione politica. È innegabile che – visto anche l’investimento che la regione Basilicata ha fatto negli anni passati sulla Sata – che le assunzioni programmate soddisfino innanzitutto la fame di lavoro che c’è in Basilicata.

I sindacati dovranno accompagnare questo processo. Sperando che il dibattito non si impantani nei turni, come avvenuto in passato. E anche la politica riparta da qui. Creando contesto.

Almeno nei ritagli di tempo della loro occupazione principale di questi giorni, tesseramento e correnti. Le cose si muovono sotto i buoni auspici. La Basilicata si conferma al centro dell’Italia, tra petrolio, cultura e grande industria.

I tempi non sono buoni da nessuna parte. Ma è significativo che i primi segnali positivi arrivino dalla Basilicata. Siatene orgoliosi, cari amici lucani.

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