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«SIAMO vicini al cuore dell’Europa che è al fianco di Parigi dopo questa assurda strage, tutte le capitali europee sono mobilitate e noi avvertiamo l’esigenza di esserci». Il sindaco di Matera Salvatore Adduce esprime simbolicamente ma concretamente il pensiero e la vicinanza della città dopo la strage che ha interessato mercoledì scorso Parigi e la Francia. Uno striscione con la scritta “Je suis Charlie” è stato rotolato nel pomeriggio dal Palazzo dell’Annunziata in piena piazza Vittorio Veneto e dinanzi ad alcune decine di persone.
Non certo la calca dei giorni del presepe e delle ultime feste ma anche la curiosità e l’attenzione per questa iniziativa decisa nel corso della mattinata di ieri non sono mancate. «Abbiamo recepito le istanze di una parte delle persone che hanno sollecitato una presa di posizione di cui il Comune si è fatto interprete direttamente» ha sottolineato lo stesso Adduce.
«Dobbiamo e vogliamo saper interpretare i sentimenti che arrivano dall’Europa, oggi ci sentiamo più che mai vicini a Parigi per quanto è successo».
L’episodio di mercoledì viene giudicato particolarmente «insidioso perchè mette in discussione la libertà di esprimersi ed addirittura di fare satira». Ma la partecipazione ed il moto di sdegno rispetto a quanto avvenuto si allarga decisamente e finisce chiaramente per coinvolgere una città come Matera che in passato si è più volte battuta come città della pace, città dei diritti umani per l’affermazione di una serie di principi che insieme a quello democratico che in questo caso viene messo in discussione costituiscono una sorta di primo ma fondamentale punto di riferimento.
Matera aveva già preso posizione su temi fondamentali nei mesi e negli anni passati, la visita di una personalità come il Dalai Lama era stata anche quella simbolo di questo tipo di impegno che la città portava avanti. Oggi dopo i fatti incresciosi di Parigi tutto questo viene confermato ed in qualche modo anche sottolineato in maniera ancora più netta.
La volontà è stata quella di « riaffermare il valore della cultura, della scrittura, del disegno, del pensiero libero contro ogni forma di fondamentalismo. Perché», ha spiegato Emmanuele Curti, «anche come capitale della cultura, ci si prenda collettivamente la responsabilità di lavorare per una società libera e aperta ad ogni espressione, ad ogni religione.
Portiamo tutte e tutti un segno, una parola, una frase, un disegno per ricordare le vittime di questo atroce atto. E per ricordare a noi stesse e stessi che non abbiamo paura».
Al termine della cerimonia di ieri sera in piazza Vittorio Veneto ha preso la parola anche un rappresentante della comunità musulmana che si è limitato a sottolineare criticamente quanto accaduto ed a rigettare qualsiasi forma ed uso della violenza contro la libertà di espressione del pensiero.
Il gesto simbolico di ieri a Matera simboleggia la vicinanza, l’attenzione di una comunità nei confronti di un fatto molto grave che ha ferito al cuore un pezzo importante e centrale dell’Europa. In questo senso Matera prova e sceglie, simbolicamente, di essere sempre più convintamente partecipe dei sentimenti che l’Europa vive in maniera partecipata e comune.

p.quarto@luedi.it

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