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«Caro consigliere Ramunno, io non la conosco e lei non conosce me, per cui mi presento. Mi chiamo Antonella Giosa, e non sono qui a difendere questo o quell’interesse come si è soliti fare nella nostra amata terra di Basilicata, ma piuttosto a esigere da un amministratore rispetto per ogni individuo».
Comincia così la lettera aperta che Antonella Giosa, vicepresidente di Arcigay Basilicata, ha scritto a Donato Ramunno. Ieri il consigliere provinciale (FdI) è stato protagonista di un dibattito acceso, a tratti violento, cresciuto sul suo profilo Facebook.
Ramunno aveva commentato l’apperizione della drag queen Conchita Wurst in una trasmisisone di Rai 1 e indignato aveva spiegato come si fosse sentito costretto a cambiare canale, per tutelare sua figlia dalla visione di una persona «metà bestia, metà uomo». Aver modificato il post («Metà uomo, metà non so cosa») non ha stoppato il fiume di commenti.
«Sono un genitore come lo è lei, e guardando la trasmissione tv, non ho avuto alcuna difficoltà a dire a mia figlia che si trattava di una grande artista con un’eleganza innata ed una voce stupenda – scrive Giosa – Ecco: sono questi gli aspetti sui quali lei si sarebbe dovuto soffermare, invece di cambiare canale. Ma ovviamente non pretendo di dare lezioni a nessuno. Figuriamoci!»
«Le sue affermazioni, consigliere, sono offensive ed omofobiche. Se ne faccia una ragione! Innanzitutto perché si limitano ad attaccare una persona solo ed esclusivamente per come appare, stigmatizzando la sua partecipazione ad una trasmissione televisiva sul primo canale nazionale, come se non avesse il diritto alla parola anzi, come se la sua presenza fosse offensiva per gli spettatori.»
La delusione generale: «Perché la diversità va bene solo se serve per divertire, se è fenomeno da baraccone. Nel momento in cui fa dei discorsi diversi e chiede di essere ascoltata, invece, non ha diritto di esistere e di essere visibile».
«Il problema – conclude – non è quello di un bulletto di quartiere qualunque, quanto piuttosto quello di un rappresentante politico di una popolazione probabilmente migliore di chi la rappresenta, se a rappresentarli è, come lei, una persona ignorante perché ignora le basilari regole del rispetto, della convivenza e della dignità di ogni individuo. Da lucana mi piacerebbe leggere ed ascoltare delle chiare e nette prese di posizione da parte di tutti gli esponenti della politica regionale contro questo atteggiamento omofobico».
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