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“Caro lettore ti scrivo
così mi distraggo un po’
e che tu sia vicino o lontano
più forte ti scriverò.
Lo sai che
al Quotidiano ( del Sud )
c’è una grossa novità
questo è l’ultimo
inserto dell’anno
e per quello nuovo si vedrà.
L’unificazione del il Quotidiano della Basilicata con l’edizione calabrese e con il Corriere dell’Irpinia per dare vita al Quotidiano del Sud è un progetto editoriale che, tra gli altri obiettivi, ha proprio lo scopo principale di strutturarsi sul territorio per essere sempre più vicino al lettore. Capace, nell’era della comunicazione globale e digitalizzata di dare notizie utili e soprattutto di saperle raccontare suscitando emozioni: provando a fare al meglio quello che si potrebbe definire “giornalismo d’autore”. Nell’anno che se ne va, nel nostro piccolo, è questa la grande novità, con la consapevolezza della necessità di instaurare un rapporto di empatia attraverso uno sforzo culturale costante, che si avvalga anche delle nuove tecnologie e di piattaforme cross-mediali. Le notizie, i fatti del 2014 avvenuti a livello locale, nazionale ed internazionale sarebbero tanti, troppi da menzionare appunto. Anche si trattasse solo di una lista da almanacco. Qui possiamo solo prendere spunto da alcuni argomenti di cronaca per lasciarci con un augurio, e con un sorriso di fiducia. Affinché il nuovo anno porti qualche buona novella innanzitutto alle migliaia di immigrati che solcano il canale di Sicilia – alcuni ospitati anche nei centri d’accoglienza in Basilicata – assiepati in slitte del terzo millennio senza renne e campanelline, che ricevono in dono anche in questo Natale soltanto un telo della Croce Rossa, sempre che riescano ad arrivare sani e salvi sulle sponde di Lampedusa o di Pozzallo. Che sia, il 2015, l’anno zero di una nuova politica di tutela idrogeologica e di sfruttamento delle risorse energetiche per il nostro paese, che cade a pezzi dalle coste liguri a quelle ioniche di Metaponto, è a forte rischio sismico, soggetto a costante deforestazione e continua cementificazione incontrollata, poiché non saranno certo le pale eoliche o le trivelle dei pozzi di petrolio a salvarci al posto delle radici degli alberi o degli argini dei fiumi durante le prossime frane e alluvioni o esondazioni. E, intanto, speriamo che non piova troppo e che la protezione civile ci dia una mano.
Preghiamo, lottiamo, lavoriamo – ciascuno dica la sua a seconda della propria particolare sensibilità – perché la Basilicata abbia un orizzonte possibile, che non sia fatto solo di emigrazione forzata per mancanza di lavoro, cassa integrazione, assistenzialismo intempestivo, fabbriche che chiudono a fronte di distretti industriali allo sfascio – il caso Vibac è solo l’ultimo in ordine di tempo- litigiosità politica, approssimazione amministrativa, trasporti dell’Ottocento, digital divide. E Matera 2019, per fortuna.
BUON ANNO A TUTTE/I.
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