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L’appello è quello di una associazione disperata, deciso anche ad offrire una ricompensa pur di ritrovare i suoi tre asini. Il furto sarebbe avvenuto il 18 dicembre, alla periferia di Venosa, nell’area di contrada Boreano e all’interno del rifugio per cani gestito dalla Lega Nazionale per la difesa del Cane di Venosa.
«I loro nomi – scrivono i referenti della lega nazionale – sono Nebbia, Zanzara e Totò, madre e figli. Totò il più piccolo ha solo 5 mesi, nato da noi il 13 giugno 2014, giorno di S. Antonio».
Un appello disperato prima di raccontare quanto è accaduto quella notte: «Vivevano liberi e felici. Accuditi con affetto e passione, i ladri dopo aver rotto la rete di recinzione li hanno prelevati con la forza e costretti a salire su un furgone portati chissà dove.
Sono animali d’affezione, non da macello. Questi asinelli erano molto affettuosi e affezionati a noi, non osiamo immaginare il dolore che stanno provando lontano dal luogo e dalle persone che tanto amano.
L’affetto non ha prezzo e siamo disposti ad offrire una lauta ricompensa a chi ci darà notizie e ci aiuterà a farli ritornare a casa». Per fare questo l’associazione ha lasciato alcuni elementi utili all’identificazione, da girare soprattutto ai veterinari. Gli asinelli infatti erano provvisti di microchip. «Nebbia, la madre è registrata con il numero 941000011057775. Zanzara, figlia di Nebbia è invece registrata con il codice 380271001019180. Totò, invece, era in attesa di applicazione perché troppo giovane.
«Non sappiamo quali crudeltà – scrivono ancora – hanno fatto o faranno loro. Chiunque abbia notizie ci contatti immediatamente ve lo chiediamo con il cuore in mano – vi supplichiamo offriamo lauta ricompensa a chi ci darà informazioni utili a farceli ritrovare».
Ogni segnalazione può essere utile al ritrovamento, ricordando che si tratta di animali da compagnia e non destinati a lavori pesanti.
Per qualsiasi segnalazione può essere contattato anche la redazione del Quotidiano del Sud, edizione Basilicata.
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