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MATERA – Torna sempre volentieri a Matera come quando nel 2006, da ministro dei Beni culturali del Governo Prodi, inaugurò il Musma (Museo della cultura contemporanea a Palazzo Pomarici).
Ieri, ospite del convegno dell’associazione Generazione Basilicata 2020, l’ex sindaco di Roma Francesco Rutelli ha annunciato due progetti che riguardano la città dei Sassi e rivelato anche particolari inediti della sua famiglia che lo collegano in più modi alla Basilicata. A cominciare da un busto realizzato dal suo bisnonno, Mario, esposto a Policoro.
«Matera testimonia che si muove qualcosa di buono per i beni culturali, ma ci vuole dedizione, lavoro, competenza e grande determinazione. Matera è stata additata come simbolo del degrado e dell’abbruttimento e oggi si accinge a diventare icona positiva a livello internazionale. E’ un’occasione che non si può e non si deve perdere. In questo senso va dato atto merito all’amministrazione, alle forze sane della Basilicata; forse ancora non ci si rende conto dei riflettori che si accenderanno su Matera. Bisogna formare una consapevolezza ancora più ampia, per evitare opportunità effimere e concentrarsi sull’occasione di trasformazione permanente. Matera è un esempio per L’Italia: con la costanza e la capacità di uscire dalla crisi e una visione del futuro si può dare una risposta positiva. La storia della mia famiglia ne è l’esempio. Nata nel 700 a Palermo, era composta da cavatori di pietre – dice mentre ci troviamo all’interno della Casa Cava, scavata naturalmente nel tufo – Pian piano sono diventati imprenditori e artisti, il mio bisnonno infatti fu grande scultore. Dal lavoro, dalla dedizione e dalla cultura legata al territorio, dunque, nasce l’unicità dell’Italia».
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