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SE dopo 12 anni dall’istituzione dei due siti lucani d’interesse nazionale da bonificare, l’interrogazione di un parlamentare lucano chiede ancora “a che punto siamo?”, è evidente che il problema è grosso. E’ una storia di fondi mancanti, ma anche di ritardi, omissioni e superficialità – pure quando le risorse sono state messe a disposizione – quella del ripristino ambientale dei due siti altamente inquinati di Tito e Valbasento. Per vedere finalmente la luce ci vorrà ancora tempo, a dispetto delle grandi preoccupazioni delle comunità interessete che ormai convivono da anni con gli irreparabili danni ambientali provocati dai veleni delle due aree industriali.
«La Regione sarà in grado di assumere le Obbligazioni giuridicamente vincolanti (Ogv) entro il 31 dicembre 2015», chiarisce il dipartimento Ambiente dopo l’interrogazione presentata dal deputato Vincenzo Folino che aveva chiesto al Ministero competente i chiarimenti sui tempi. Si perché, le obbligazioni dovevano essere presentate a giugno scorso. Le risorse, ben 41 milioni di euro per entrambi i siti, sono state sbloccate dal Cipe ormai più di due anni fa. I timori, dunque, sono quelli di un possibile definanziamento visto i ritardi degli enti locali.
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