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ACERENZA – Ha sbaragliato l’agguerita concorrenza. HA “fatto fuori” nomi prestigiosi della pasticceria italiana. E alla fine ce l’ha fatta. Vincenzo Tiri, maestro della “materia” di Acerenza, ha sfornato il panettone italiano più buono. La manifestazione “Re Panettone” organizzata da “Gazza Golosa” – giunta alla seconda edizione – ha visto il trionfo del trentatreenne acheruntino. Lo scorso anno ha vinto Pepe (di Salerno) davanti al braa Maurizio Bonamomi che questa volta si sono dovuti accontentare rispettivamente del secondo e del terzo posto.
La giuria che ha giudicato i panettoni era formata da “Stanislao Porzio, ideatore della rassegna o Paolo Marchi e tre chef come Giancarlo Morelli (del Pomiroeu), Alessandro Negrini (il Luogo di Aimo e Nadia dove cucina con Fabio Pisani) e Cesare Battisti (del Ratanà). La giuria ha analizzato l’aspetto esterno e interno, il profumo e il gusto. Il giudizio degli esperti è stato quasi unanime.
«Dopo averlo saputo non ho dormito per tutta la notte, ci tenevo moltissimo ha detto Vincenzo Tiri a Gazza Golosa – Per essere sicuro che il panettone arrivasse in Gazzetta l’ho mandato a Milano su un autobus. Un amico è andato a ritirarlo alle 6 del mattino ma i vostri uffici erano ancora chiusi. Ha perso un’ora di lavoro però quando mi ha assicurato che era stato consegnato mi sono sentito felice». Vincenzo lavora nella panetteria-pasticceria di famiglia, ma ha sempre avuto il pallino del panettone ed ha studiato alla scuola dei grandi maestri. «Ero piccolissimo, quando la zia Caterina si presentò per le feste natalizie con un Galup. Rimasi incantato e giurai a me stesso che da grande il panettone sarebbe stato la mia specialità. Ho fatto poi un corso al Cast di Brescia con Achille Zoia e Iginio Massari e ho lavorato per 5 mesi come aiutante da Rolando Morandin che mi ha insegnato la tecnica di mantenimento del lievito madre. Per i miei panettoni uso solo ingredienti d’eccellenza, faccio la tripla lievitazione per oltre 40 ore e la particolarità che caratterizza il gusto sta nelle scorze di arance di Tursi che candisco personalmente. Il fatto che il mio Panettone sia piaciuto così tanto mi riempie d’orgoglio e mi fa pensare che a volte credere nei sogni ha davvero un senso».
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