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E’ Carlo Chiurazzi, ex parlamentare Pd ed ex tante volte assessore regionale, il nuovo direttore del Consorzio industriale (Asi) della Provincia di Matera. Lo ha deliberato la giunta regionale nei giorni scorsi. La notizia seppur ufficiale non è stata ancora resa pubblica. Ma il documento dell’esecutivo lucano è stato approvato mercoledì scorso.
Evidentemente dalla Regione (il decreto dovrebbe essere firmato nelle prossime ore dal presidente della Regione Marcello Pittella) hanno deciso di far passare la settimana dell’articolo 18 e delle proteste prima di rendere ufficiale la notizia.
Contestualmente all’Asi di Matera, la giunta regionale ha deliberato anche sulla Direzione del Conzorzio industriale di Potenza.
E non ci sono state sorprese. Il nuovo direttore che prende il posto di Donato Salvatore (che non ha atteso di essere sostituito ma ha lasciato l’ente già da un mese) è Antonio Bochicchio, vicesindaco di Avigliano e primo dei non eletti in Consiglio regionale della lista del Psi.
L’Asi del Potentino quindi rimane una questione tutta interna ai socialisti. Il nome di Bochicchio sarebbe stato portato al tavolo delle trattative del centrosinistra dal segretario regionale del Psi, Livio Valvano. Anche la nomina di Chiurazzi, che va a prendere il posto di Rocco Luigi Dichio, ovviamente, ha una lettura politica. Il passato di Chiurazzi è noto: è stato uno dei veterani del Consiglio regionale fin dai tempi dei Popolari e poi della Margherita e poi è stato eletto in Parlamento. Esperienza bloccata a Roma dalle parlamentarie democratiche del 2013 dove è stato battuto per qualche centinaio di preferenze (non senza polemiche e con strascichi e riconteggi di schede) dall’attuale deputata Maria Antezza.
Al netto delle qualità manageriali di Chiurazzi va detto che con la sua nomina un’area del Pd lucano in chiave rimpasto di giunta viene “tranquillizata”. A questo punto però esce dai giochi per una possibile nomina da assessore il consigliere regionale (eletto nel listino) Achille Spada che è appunto chiurazziano.
Lo stesso vale anche per quanto riguarda le ambizioni socialiste di un ingresso in giunta. Pare davvero complicato che il Psi, sia nella logica di un rimpasto interno sia esterno ai consiglieri, possa ambire a occupare la casella in giunta che pare destinata a uno dei partiti minori della maggioranza. In pratica rimangono in campo con immutate possibilità di essere nominati assessori, Nicola Benedetto di Centrodemocratico e Paolo Galante di Realtà Italia. Questo se la scelta cadesse su una logica interna e cioè nominando consiglieri eletti. Fossero esterni comunque il nome dovrebbe essere indicato da uno dei due partiti della coalizione.
Insomma prosegue la partita sulla scacchiera politica regionale di avvicinamento al rimpasto di giunta che dovrebbe avvenire in ogni caso non prima dell’inizio del prossimo anno.
La questione più complessa però, rimane sempre quella relativa a quanti cambi effettuerà il governatore Pittella rispetto ai 4 assessori in carica. I riconfermati comunque dovrebbero essere due e cioè Liberali e Berlinguer. Ma potrebbe essere riconfermato anche uno solo dei due se gli equilibri al Pd non consentissero altre scelte. Ma sarebbe una scelta “sofferta” per Pittella.
In ogni caso la nomina di Chiurazzi è un primo passo verso la chiarezza del quadro. Un altro dovrebbe arrivare dal nuovo Statuto regionale. Questione che pure viene tirata per le lunghe sull’articolo che deve decidere se c’è incompatibilità oppure no tra carica di assessore e quella di consigliere regionale. E’ un punto di sostanza: se passa il principio che i consiglieri per entrare in giunta devono dimettersi o al massimo essere sostituiti temporaneamente da i primi non eletto della loro lista la questione diventa complicata. In questa logica Margiotta e Luongo vedrebbero anche di buon occhio la nomina ad assessore di Vito Giuzio che aprirebbe le porte del consiglio al primo dei non eletti nel Listino e cioè il vicesindaco di Melfi, Luigi Simonetti. Ma tutto è ancora da definire. Per il momento sono stati messi i tasselli dei Consorzi industriali. Per il resto si lavora ancora.
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