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MATERA Lo avevano costretto a rubare i gioielli di casa, che aveva consegnato terrorizzato, all’idea che ai suoi genitori potesse arrivare una sua foto mentre fumava uno spinello.
I due cinquantenni arrestati ieri mattina dagli uomini della Volanti, coordinati dal dirigente Maria Concetta Picccitto, usavano i metodi dei piccoli delinquenti di quartiere senza disdegnare anche le spedizioni punitive per picchiare e “convincere” le vittime. Con la complicità di qualche altro minorenne (su cui le indagini stanno proseguendo), avevano individuato un ragazzino di 15 anni e lo avevano spaventato al punto da indurlo a rubare tra le mura di casa. Il rimorso per il gesto, però, aveva avuto la meglio e così il giovane aveva confessato tutto alla madre che poi aveva denunciato i fatti alla Polizia.
I particolari dell’operazione che hanno portato all’arresto per estorsione e violenza privata Luigi Montemurro (arrestato a Santeramo) e Giuseppe Barreca (quest’ultimo rintracciato mentre si trovava al centro commerciale Il Circo dove si stanno svolgendo i casting per il film Ben Hur e dove svolgeva una sorta di servizio d’ordine), sono stati illustrati ieri dal dirigente delle Volanti e dal vice questore aggiunto Luisa Fasano.
Entrambi si trovano ora ai domiciliari. L’operazione è stata coordinata dal sostituto Alessandra Susca. Gip è Maria Rosa Nettis.
Le indagini sono andate avanti per un mese e si sono basate anche sulla testimonianza di un 14enne che è stato minacciato proprio da Barreca che lo ha raggiunto a casa e davanti alla madre ha tentato di convincerlo a non parlare.
L’identità dei due cinquantenni è stata ricostruita anche grazie alla refurtiva che avevano venduto ad un “compro oro” (per un valore di 872 euro complessivi) rintracciata il giorno prima che venisse fusa.
Il clima di intimidazione e minacce che si era creato e che aveva costretto i due ragazzini a non voler più andare a scuola, era diventato insopportabile per i due adolescenti che alla fine sono crollati e hanno raccontato la vicenda in famiglia.
«Non abbiamo, finora, segnalazioni di altri casi – spiega Maria Concetta Piccitto – ma se dovesse esserci state minacce nei confronti di altri ragazzi, invitiamo i cittadini a denunciarle».
L’episodio che ha riguardato i due ragazzini, indica un tentativo di “evoluzione” che non può essere sottovalutato e che riguarda soprattutto l’ambiente giovanile e adolescenziale cittadino.
Le indagini ancora in corso scopriranno meglio le modalità e i protagonisti di questa vicenda e consentiranno di porre un freno ai fenomeni di micro delinquenza che rischiano di diffondersi in città, con la complicità di adulti più esperti. 

a.ciervo@luedi.it

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